La cassazione ha confermato la condanna per l'ex-comandante di Casorate per la vicenda delle multe "vendute? dalla Fiat Panda bianca
Una vittoria per la giustizia ma anche per tutti gli automobilisti che dal 2013 sono stati bersagliati da multe autovelox piazzati dall'ex-comandante dei Vigili Urbani di Casorate Sempione e Cardano al Campo. Una vicenda prima esplosa nei reclami dei cittadini che finivano ripetutamente nella rete dell'inflessibile – forse anche troppo – telecamera montata sulla Fiat Panda bianca senza colori istituzionali ma con cartelli magnetici riconosciuta da tutti – ma non solo quella, poi sfociate nelle indagini della procura che fin dalle prime battute hanno ipotizzato ci fossero intese tra l'ex ufficiale, incaricato di coordinare gli agenti di polizia dei due comuni, e l'azienda fornitrice dei sistemi Autovelox. In questi giorni la Cassazione ha respinto il ricorso confermando le precedenti sentenze dei giudici.
LE PROTESTE DEI CITTADINI SULLE MULTE AUTOVELOX Le vicende giudiziarie che hanno portato Caterina Buffardeci in tribunale risalgono al 2013 quando una raffica di multe per eccesso di velocità talvolta di poco superiore al limite si tramutava in una pioggia sanzioni che ha hanno destato scalpore, tanto da attirare l'attenzione degli inquirenti. Dalle proteste, si è passati in poco tempo alle denunce ufficiali e quindi alle condanne non solo per l'ex-comandante di Casorate ma anche per Claudio Ghizzoni, titolare della ditta Igea che ha fornito le strumentazioni punitive impiegate in alcune vie di Casorate e di Cardano al Campo. DI certo non sarà il primo ne l'ultimo caso di corruzione per gli appalti sugli Autovelox, leggi qui i recenti casi di Tursi.
L'INDAGINE E LE INTERCETTAZIONI Nonostante non sia stato possibile risalire alle presunte mazzette che il corruttore Ghizzoni avrebbe ceduto alla Buffardeci in cambio di una gara d'appalto ben oliata e facile, gli inquirenti hanno raccolto elementi inequivocabili dalle telefonate criptiche tra gli imputati che hanno permesso di costruire l'impianto accusatorio. Assolta nel 2015 dalle accuse di falso in atto pubblico e truffa per aver gonfiato le multe degli automobilisti, l'ex-comandante Buffardeci si è invece scontrata con la sentenza contraria della Corte del tribunale di Busto Arsizio che ha confermato l'accusa di corruzione e la pena detentiva.
LA PENA ESEMPLARE PER CORRUZIONE Una sentenza che non prevede attenuanti, anche perché dopo l'esposto al Consiglio Superiore della Magistratura da parte della Buffardeci contro il Sostituto Procuratore Pasquale Addesso, titolare delle indagini, è stato riconosciuto il tentativo di intralcio alle indagini che ha spinto il Pubblico Ministero Chiara Monzio Compagnoni ad avanzare una più severa pronuncia del giudice. Non potrà più rivestire incarichi istituzionali nei Pubblici Uffici dopo l'interdizione a suo carico Caterina Buffardeci, che dovrà anche pagare una provvisionale di 15 mila euro, ma la pena che pesa di più è la condanna a scontare 6 anni in carcere. Stesse sorti per il dirigente Igea Claudio Ghizzoni che in carcere dovrà scontare un periodo di 6 anni e 5 mesi. Intanto il Comune di Casorate Sempione si è costituito parte civile in una vicenda giudiziaria tutt'altro che chiusa per Caterina Buffardeci e le presunte mazzette sugli Autovelox “venduti”.