Mercedes, lavoratori sul piede di guerra: consegne della Classe E a rischio

Mercedes, lavoratori sul piede di guerra: consegne della Classe E a rischio I lavoratori che assemblano i motori Mercedes tremano: l'arrivo delle elettriche minaccia il loro posto. No agli straordinari e la Classe E rischia

I lavoratori che assemblano i motori Mercedes tremano: l'arrivo delle elettriche minaccia il loro posto. No agli straordinari e la Classe E rischia

30 Giugno 2017 - 02:06

Donald J. Trump si è vantato della sua poca sensibilità alle questioni ambientali e, non appena la sua Amministrazione ha avuto la pienezza dei poteri, ha concretizzato le sue dichiarazioni elettorali, ad esempio tagliando pesantemente i fondi destinati all'EPA e mettendo a rischio i test sulle emissioni. Il ruolo di Paladino dell'Industria del quale si è ammantato Trump rischia di essere sconfessato dall'automotive, che sembra credere sul serio alle auto elettriche. Questa visione apre però altri fronti, come quello sindacale: i lavoratori che assemblano i motori Mercedes a Stoccarda, spaventati dalla possibilità di perdere il posto a causa delle versioni elettriche, non faranno più gli straordinari e la Classe E potrebbe andare al rallentatore.

OPERAI E MANAGER IN ROTTA DI COLLISIONE Come ogni rivoluzione, quella dell'elettrificazione provocherà conflitti fra i suoi fautori e chi ha paura delle conseguenze. Un esempio illuminante è l'attrito che si sta creando tra i lavoratori che costruiscono i veicoli convenzionali, che sono ancora il core business delle Case, e i manager, che vedono un “futuro a batteria” e che cercano quindi di posizionare le proprie aziende per questo scenario. È questo il caso dei lavoratori dell'impianto Mercede di Untertuerkheim a Stoccarda, che smetteranno di fare straordinari a partire da luglio per protestare contro le condizioni proposte dall'Azienda per la costruzione di un impianto di produzione delle batterie nello stesso impianto.

La riduzione nella produzione dei motori rischia così di rallentare le linee dall'apprezzata Classe E.

SEGNI DI RIVOLUZIONE Gli annunci connessi al “terremoto elettrico” si susseguono: BMW deve tagliare i costi per potenziare ricerca e sviluppo e quindi proporrà meno versioni e motori e anche il grande fornitore Schaeffler lamenta perdite di redditività dovute agli ingenti investimenti connessi alle nuove tecnologie (leggi del sistema Schaeffler che spegne un cilindro al motore Ford Ecoboost 1.0). Era quindi logico che essi coinvolgessero anche Mercedes, una Casa che ha deciso di investire molto e che ha già condotto mediazioni e accordi con i sindacati per concretizzare questa sua evoluzione produttiva (leggi dei preparativi per fare le elettriche Mercedes in Germania). Esaminando la Casa della Stella si trova che gli investimenti sono ingenti: si parla di 10 miliardi di euro per creare 10 modelli elettrici e, del resto, le stime di Mercedes prevedono che entro il 2025 1 ogni 4 delle sue auto vendute sarà con quel tipo di propulsione. Questa diffusione sta già creando preoccupazioni per i livelli occupazionali, in particolare presso gli impianti di assemblaggio dei motori: anche nel caso Mercedes decida di produrre in proprio quelli elettrici, la loro minor complessità meccanica richiederà meno manodopera.

BATTERIE SI O NO? Un rappresentante sindacale dello stabilimento (che impiega 19 mila persone), Wolfgang Nieke, ha dichiarato che “i cambiamenti che arriveranno nei prossimi 8 – 15 anni riguarderanno direttamente gli impianti come Untertuerkheim. Se non gettiamo ora le fondamenta di questo cambiamento, avremo grosse difficoltà in seguito”. Arndt Ellinghorst, analista di Evercore ISI a Londra, ha evidenziato che “il passaggio dalle automobili tradizionali a quelle elettriche genera preoccupazioni per i posti di lavoro soprattutto in Germania, che ha dei limiti sia nel know-how sia nelle capacità produttive delle batterie”.

Daimler ha cercato di minimizzare le perplessità circa l'occupazione dicendo che il sito sarà in grado di competere con i produttori di batterie globali ma, volendola dire tutta, ha anche comunicato che potrebbe investire altrove se le condizioni a Untertuerkheim non fossero favorevoli. Un dubbio su tutti: i giudizi tranchant del CEO di Daimler (produrre le batterie in proprio è la scelta più stupida) erano pretattica o si tratta di un cambiamento strategico effettivo?

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