Secondo uno studio molto interessante se fin da subito si installassero sui mezzi pesanti gli ADAS retrofit si riuscirebbero a salvare più di 200 vite all'anno
A partire dal 2024 su tutti i veicoli immatricolati all’interno dell’UE, inclusi autocarri e furgoni, i sistemi ADAS saranno obbligatori. Tuttavia, considerando che l’età media del parco circolante in Italia è di 12 anni, si stima che i nuovi mezzi equipaggiati con le moderne tecnologie di assistenza alla guida sostituiranno completamente quelli attuali non prima del 2036. Significa che ancora per molti anni continueranno a circolare veicoli privi di sistemi di protezione avanzati, con tutto ciò che ne consegue in termini di sicurezza stradale. La questione è ancora più rilevante se si fa riferimento agli autocarri, che rappresentano l’11% del parco circolante e nel 2019 sono rimasti coinvolti nel 17% degli incidenti in Italia con 571 vittime e 24.000 feriti. Uno studio ha però dimostrato che l’adozione fin da subito di sistemi ADAS retrofit sui mezzi pesanti ridurrebbe la mortalità di oltre 200 vite all’anno.
LO STUDIO SUGLI ADAS RETROFIT PER I MEZZI PESANTI
Lo studio in questione, intitolato “ADAS retrofit: la tecnologia del futuro per migliorare la sicurezza dei mezzi pesanti di oggi”, è stato condotto dal gruppo MOVING (MObility and Vehicle Innovation Group) dell’Università degli Studi di Firenze, grazie al finanziamento dell’Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus, e presentato lo scorso 7 settembre 2022 nel corso di un incontro organizzato presso il Florence Learning Center. Il gruppo MOVING si occupa da oltre 15 anni di ricerca su temi legati alla sicurezza dei veicoli stradali a due e quattro ruote e a problematiche di mobilità. L’evento è stato dedicato alla memoria del giovane Lorenzo Lunghi, colpito a morte in autostrada, mentre era sulla corsia di emergenza, da un mezzo pesante che ha abbandonato la corsia di marcia per distrazione. Lunghi si sarebbe probabilmente potuto salvare se l’autocarro che l’ha investito fosse stato dotato del sistema di avvertimento di cambio corsia.
ADAS PER AUTOCARRI E FURGONI: NON ASPETTARE IL 2024
Ovviamente lo studio di MOVING non demonizza la movimentazione delle merci su strada, che rappresenta un servizio essenziale per i commerci e per la comunità, rilevando però che a causa della loro mole e anche per l’elevata percorrenza chilometrica, camion e autocarri impongono ogni anno un costo molto elevato in termini di mortalità e feriti e gravi (i numeri li abbiamo visti prima). Ciò nonostante, senza aspettare gli effetti della norma UE in vigore dal 2024, oggi esistono già dei sistemi di assistenza alla guida, i cosiddetti ADAS (Advanced Driver Assistance System), disponibili per i mezzi pesanti, che hanno il potenziale di ridurre gli incidenti stradali e di conseguenza le vittime e i feriti. Perché non adottarli fin da subito sui veicoli in circolazione?
MEZZI PESANTI E USO DEGLI ADAS RETROFIT: COSTI E BENEFICI
Al fine di dimostrare la convenienza nell’adozione degli ADAS retrofit, lo studio di MOVING riporta un’analisi costi-benefici, in cui i primi sono dati dall’acquisto dei sistemi di assistenza mentre i benefici risultano dalla riduzione del numero di scontri, feriti e vittime. Dall’analisi si è riscontrato come la tecnologia più conveniente da implementare sia senza dubbio il Forward Collision Warning (FCW) o Avviso Anticollisione Frontale, con un beneficio massimo stimato per l’Italia di 412 milioni di euro l’anno e 125 vite salvate. La tecnologia Lane Departure Warning (LDW) o Avviso Antiabbandono Corsia permetterebbe di ottenere un beneficio massimo di 125 milioni di euro annui e 80 vite salvate. La seguente tabella (cliccare sull’immagine per visualizzarla più grande) descrive tutti i benefici in base al tipo di ADAS.
Secondo lo studio l’unione dell’efficacia delle due tecnologie FCW e LDW porta un beneficio economico che giustifica l’installazione in retrofit di questi sistemi. Invece i sistemi Fatigue Warning System (FWS), ossia Avviso Stanchezza Conducente, e Blind-Spot Detection (BSD), Rilevamento Veicoli e Pedoni nell’Angolo Cieco, avendo efficacia stimata inferiore, sono da considerarsi degli accessori comunque utili ma non economicamente giustificabili come sistemi obbligatori.
Anche il test su strada su furgoni dotati di sistemi ADAS retrofit ha avuto esito positivo con i partecipanti che hanno apprezzato soprattutto il Lane Departure Warning e l’avviso di mantenimento della distanza di sicurezza, considerati utili e non fastidiosi, dichiarando alla fine di essere disposti a sostenere una spesa di 500 euro in media per installare questi sistemi sul proprio mezzo.
MEZZI PESANTI, ADAS E SICUREZZA STRADALE
Molto interessanti su Linkedin le considerazioni finali di Stefano Guarnieri, che dopo la morte del figlio Lorenzo proprio a seguito di un incidente, tramite l’omonima associazione ha deciso di dedicare la sua vita alla sicurezza stradale con campagne di comunicazione, proposte di legge (dobbiamo anche a lui l’introduzione del reato di omicidio stradale) e incontri con i giovani. Tre gli spunti su cui riflettere:
1) È possibile, si chiede Guarnieri, che questi studi così importanti debbano essere realizzati con minimi finanziamenti da parte di una piccola Onlus, e che il Ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibile non possa fare o finanziare studi più grandi su un tema così di attualità per la sicurezza nella mobilità?
2) Si incentivano fiscalmente rubinetti e zanzariere, è possibile che non si trovino fondi per incentivare sistemi di aiuto alla guida da installare anche in retrofit dal costo inferiore ai 1.000 euro o non si rendano obbligatori almeno per i veicoli commerciali?
3) Continuano a morire migliaia di persone sulle strade italiane e decine di migliaia ferite gravemente, perché la politica ignora quasi sempre questo tema?
Già, perché?
(Possibile risposta: non porta molti voti).