Gli pneumatici usurati trattati come rifiuti diventano risorse da cui ricavare nuovamente materie prime di qualità: il progetto Michelin con Enviro
Dare valore ai rifiuti, recuperando materie prime sostenibili da impiegare nella produzione di nuovi pneumatici. È l’obiettivo del progetto pilota di Michelin in collaborazione con Enviro, startup svedese che ha brevettato un innovativo processo di pirolisi partendo dagli pneumatici fuori uso (PFU). Grazie a questa tecnologia Michelin vuole contribuire a migliorare la sostenibilità degli pneumatici, sempre più green ma sicuri anche da usurati grazie a una nuova norma sui test dal 2024. Ecco come saranno gli pneumatici ecosostenibili con il recupero delle materie prime.
MATERIE PRIME DI QUALITA’ DAGLI PNEUMATICI A FINE VITA
Come vi abbiamo raccontato di recente sono oltre 128 milioni gli pneumatici cambiati troppo presto in Europa. Un’abitudine che fa male al portafoglio e all’ambiente. Ecco perché oltre a sviluppare pneumatici con prestazioni sicure dal primo all’ultimo km, Michelin ha investito molto negli ultimi anni in diverse partnership per ridurre l’impatto ambientale degli pneumatici. In particolare:
- ha acquisito Lehigh Technologies nel 2017, specialista in micro polveri ad alta tecnologia derivate da pneumatici riciclati;
- nel 2020 è diventata maggiore azionista di Enviro con un investimento di capitale di 3 milioni di euro.
Nel 2021 Michelin ed Enviro hanno siglato accordi di partnership strategica gettando le basi di una solida collaborazione che ha portato alla realizzazione dello stabilimento congiunto in Cile. L’obiettivo è industrializzare la tecnologia di recupero delle materie prime da PFU e impiegarla su larga scala per produrre pneumatici completamente sostenibili entro il 2050. Michelin apporterà il suo know-how industriale al progetto di costruzione dell’impianto e in termini di ricerca, sviluppo e produzione. Enviro apporterà la sua tecnologia brevettata di pirolisi, per l’ottenimento di materie prime di qualità più alta rispetto alle materie prime seconde che si riescono ad ottenere dal tradizionale riciclo degli PFU.
QUALI MATERIE PRIME VENGONO RECUPERATE DAGLI PNEUMATICI CON ENVIRO
Il processo di pirolisi di Enviro denominato CFC (Carbonized by Forced Convection) è protetto da 3 brevetti in 52 Paesi, sul riciclo con basso consumo energetico di composti idrocarburici a partire principalmente da pneumatici fuori uso. Prima di poter essere trattati all’interno dei reattori per la pirolisi, gli pneumatici subiscono un trattamento di triturazione. In alcuni casi è possibile inserire anche pneumatici interi nel pirolizzatore e incrementare l’efficienza del processo. Anche quando è necessaria la triturazione, rispetto ai processi tradizionali, il triturato ha dimensioni da 20 a 150 mm, quindi meno esigente dal punto di vista energetico rispetto alla triturazione fine. Inoltre, non è necessario rimuovere l’acciaio dagli pneumatici, siano essi triturati oppure no, prima di essere inseriti nel pirolizzatore. Un’altra peculiarità del processo di recupero Enviro che si differenzia da altre tecniche di pirolisi, riguarda l’utilizzo dell’energia di convezione, piuttosto che di conduzione o radiazione. Questo permette di controllare costantemente il processo e la qualità del materiale ottenuto, attraverso temperatura, peso, gas di pirolisi prodotto e durata.
Grazie a questa tecnologia di riciclo, gli pneumatici non sono trattati più come rifiuti, ma diventano preziose risorse da cui ottenere nuovamente materie prime come:
- nerofumo recuperato, che da solo contribuisce a ridurre dell’80% le emissioni di CO2 secondo Enviro;
- acciaio;
- olio di pirolisi, può essere utilizzato come carburante o combustibile. Le prime ricerche si sono concentrate sulla miscelazione dell’olio di pirolisi estratto dagli pneumatici, in percentuali fino al 20% per ridurre la componente di estrazione fossile nelle raffinerie;
- gas di pirolisi, reimmesso nel processo o destinato ad altri impieghi industriali;
Le materie prime recuperate possono quindi essere utilizzate nella produzione di nuovi pneumatici, altri prodotti o settori industriali. Il video di seguito spiega in modo più dettagliato le singole fasi del processo di estrazione di materie prime da pneumatici messo a punto da Enviro.
FINO AL 58% DI MATERIE PRIME RECUPERATE NEGLI PNEUMATICI MICHELIN
L’obiettivo di Michelin è di arrivare a realizzare tutti gli pneumatici con il 100% di materiali sostenibili entro il 2050 (il 40% entro il 2030). Nel 2022 Michelin ha presentato due pneumatici omologati per uso stradale contenenti sino al 58% di materie prime sostenibili e una serie di tecnologie frutto di numerose partnership. Ad esempio, oltre a quella con Enviro per il Carbon Black, con Pyrowave (r-stirene) e Carbios (r-PET). Enviro invece punta ad aprire 30 stabilimenti entro il 2030 e raggiungere la soglia di 900.000 tonnellate di pneumatici fuori uso recuperati ogni anno anche grazie alla partnership con Michelin.