Lo Scout Speed ha risolto il mistero della Passat supermultata ma senza una Black List nazionale le auto fantasma straniere sono difficili da bloccare
Le telecamere intelligenti, quelle alle quali basta uno “sguardo” per individuare le auto che scottano, hanno finalmente consentito di dare un nome al proprietario di una Volkswagen Passat con centinaia di verbali pendenti per un totale di 13.992,42 euro. Le contestazioni erano rimaste lettera morta perché la targa era straniera e non era possibile notificare in Romania. La contestazione immediata è nata perché la targa della vettura era nel database delle targhe segnalate dalla Polizia di Firenze e questo ci fa capire l'importanza di una banca dati nazionale sulla scorta di quanto viene fatto in Svizzera da anni (leggi come in Svizzera si rischia il carcere per eccesso di velocità).
PIÙ VERBALI CHE ANIMA Ci perdonerete l'espressione gergale ma leggendo i fatti ci è venuta spontanea. La Volkswagen con targa rumena aveva infatti collezionato 237 verbali, per transiti non autorizzati in corsia preferenziale e in Ztl, ma nessuno di essi era stato pagato per la pratica impossibilità di notificare nel paese dell'Est. La targa era stata però segnalata e inserita in un elenco di vetture “calde”, ossia da rintracciare per irregolarità. È così accaduto che, 2 giorni addietro, lo Scout Speed (leggi come funziona lo Scout Speed usato per i controlli durante l'esodo estivo) ha rilevato il contrassegno della Passat “turbolenta” a via del Gelsomino e ne ha segnalato l'appartenenza alla black list. A questo punto gli agenti della pattuglia hanno raggiunto e bloccato l'auto e, in seguito agli accertamenti, è risultato che il conducente/proprietario, di nazionalità rumena, è risultato essere residente in Italia da dicembre 2011.
COME AL CAPONE Ironia della sorte, al momento del rilevamento l'uomo non stava commettendo alcuna infrazione ma gli è stata imputata la mancata immatricolazione del veicolo in Italia. Il Codice della strada dice infatti che è necessario procedere alla immatricolazione presso la Motorizzazione Civile e al rilascio della targa italiana entro un anno dall'ottenimento della cittadinanza (leggi del giro di vite contro i residenti furbetti). La corrispondente multa di 59,50 euro è stata conciliata sul posto ma almeno i famosi 237 verbali potranno essere notificati perché le generalità dell'uomo sono ora conosciute. Fatte le debite proporzioni, sembra la storia del gangster di Chicago, incarcerato per evasione fiscale non essendo riusciti a provare numerosi altri crimini per i quali era accusato.
LA LISTA CHE CI MANCA Al di là del paragone provocatorio, rimane il fatto che le capacità dello Scout Speed rimangono largamente sottoutilizzate in assenza di un database nazionale delle auto sospette. L'esempio della Svizzera, citato in apertura, è illuminante: l'auto con targa straniera che ha commesso l'infrazione, anche se la Polizia cantonale non è stata in grado di bloccarla, entra comunque nella black list nazionale e verrà intercettata alla prima occasione utile, qualunque sia il casello di entrata nella Federazione. Lo Scout Speed, che rileva anche le auto non assicurate o non revisionate (leggi cosa fare contro la piaga degli incidenti con auto non assicurate), potrebbe aumentare di molto la sicurezza delle strade, se soltanto fosse “alimentato” con dati nazionali. Quello che sembra mancare oggi è infatti un coordinamento efficace tra le varie forze di Polizia e la creazione di black list estese a tutto il Paese. Sembra invece che le banche dati oggi presenti servano quasi soltanto a mettere sui social network i dati di un ricercato perché sia dato l'allarme. Le direttive europee 2011/82/EU e 2014/476 hanno facilitato lo scambio di informazioni fra Paesi (hanno aderito Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) per infrazioni gravi quali il passaggio con il rosso, la guida in stato di alterazione e la guida mentre si usa il cellulare. Con queste premesse, è mai possibile che il Multa-man si sarebbe salvato a Poggibonsi o a Siena perché i dati della sua auto non uscivano da Firenze?