Migliaia di multe illegittime col trucco della notifica oltre i 90 giorni: il Tar ammonisce il Comune di Milano che ora deve correggere i verbali
Qual'è uno dei rimedi più “facili” per curare le languenti casse dei Comuni? Indovinato: multare gli automobilisti! Frugando bene nel corposo corpus (scusate il bisticcio linguistico) delle Leggi italiane è infatti possibile trovare appigli per multare quasi ogni comportamento di automobilisti, motociclisti e perfino ciclisti e pedoni. Alcune Amministrazioni locali la Legge l'hanno però applicata sul filo della legalità (leggi gli ultimi veleni dello scandalo dei famigerati T-Red), esponendosi a cause legali e ricorsi vari. L'ultimo clamoroso esempio di questa inquietante tendenza riguarda il Comune di Milano, che è stato messo in mora dal Tar della Lombardia che ha dato ragione ad Altroconsumo.
90 GIORNI “ELASTICI” Il succo della notizia è questo: Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha accolto il ricorso che Altroconsumo ha presentato contro il Comune di Milano e che verteva principalmente sulla data a partire dalla quale si conteggiavano i 90 giorni entro i quali la violazione doveva essere notificata. I verbali predisposti dal Comune indicavano, come data a partire dalla quale partiva il conteggio, quella nella quale i Vigili visionavano la foto ma Altroconsumo sosteneva, evidentemente non a torto, che questa prassi fosse illegale.
CONTESTAZIONE ONLINE I tempi della Giustizia, si sa, sono piuttosto dilatatati e così per arrivare all'inizio di questa vicenda occorre ritornare all'ottobre del 2014, data nella quale Altroconsumo aveva lanciato una campagna contro le multe notificate dopo i 90 giorni dall'infrazione, predisponendo un modulo di contestazione online. La prassi era evidentemente molto diffusa perché dopo 11 mesi, nel settembre del 2015, il modulo era stato scaricato più di 12 mila volte. Già nel febbraio del 2015 Altroconsumo aveva diffidato il Comune di Milano perché interrompesse immediatamente l'invio di verbali dopo i fatidici 90 giorni ma l'atto era caduto nel nulla.
E così il 30 settembre di quell'anno la nota associazione per i diritti dei consumatori ha depositato al Tar (leggi che il Tar del Lazio ha sospeso la mega multa all'ACI) l'atto di notifica della class action contro il Comune di Milano, una delle prime in Italia contro la pubblica amministrazione. Ricordiamo che la class action pubblica è diversa da quella prevista dal Codice del Consumo (leggi dalla class action contro Volkswagen accettata dal Tribunale di Venezia) e può richiedere alla Pubblica Amministrazione la correzione, entro un tempo congruo, di un suo comportamento illegittimo, un'omissione o un inadempimento.
CITAZIONE IN 6 PUNTI Nel suo atto di citazione della class action Altroconsumo chiedeva prima di tutto l'immediata cessazione della notifica di verbali di sanzioni amministrative oltre i 90 giorni dall'infrazione, cosa che costringe il cittadino a dover presentare ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace (leggi come fare ricorsi al Prefetto o al Giudice di Pace), l'annullamento in autotutela di tutti i verbali notificati dopo i 90 giorni dall'infrazione e la modifica degli stampati dei verbali stessi in modo che riportino l'indicazione che i 90 giorni decorrono dalla data della violazione. Pur non essendo previsto il risarcimento per questo tipo di class action, viene comunque chiesta l'attivazione di una procedura che porti alla restituzione delle somme incassate illegittimamente in quanto frutto di verbali notificati tardivamente e quindi in violazione dell'art. 201 del CdS.
Conseguente è anche la richiesta di annullamento e/o immediata sospensiva di qualsiasi procedura esecutiva e/o di riscossione coattiva basata su verbali illegittimi, con l'impegno di non richiedere che Equitalia recuperi le somme non versate. Viene chiesto inoltre che venga annullata e/o sospesa l'emissione dei verbali di cui all'art. 126-bis CdS (mancata comunicazione dei dati del soggetto alla guida) perché comunque frutto di una procedura illegittima. Il Tar non ha comunque dichiarato ammissibili tutti questi punti e ha accolto, per esempio, l'eccezione del Comune che riteneva che su alcuni punti il Tar non fosse competente ma ne ha bocciato altre, con il rusultatao che i moduli dei verbali andranno ristampati. In particolare il Comune sosteneva che Autoconsumo fosse in difetto di rappresentanza e di legittimazione attiva dei ricorrenti. L'obiezione è stata respinta e nella sentenza si legge che “Altroconsumo ha predisposto un modulo per ricorrere al Prefetto contro le multe notificate tardivamente dal Comune di Milano ed esso è stato scaricato da oltre 12.000 persone, stabilendo così un nesso diretto tra gli utenti e l'azione intrapresa”.