
Appena entrato in vigore, l'omicidio stradale potrebbe scattare per una donna che ha investito e ucciso un ciclista, ferendone altri, e poi è scappata
Il 25 marzo 2016 è entrata in vigore la legge sull'omicidio stradale (vedi qui), e poche ore dopo s'è registrato quello che probabilmente sarà il primo caso di applicazione del nuovo reato. Una donna di 52 anni, con un Suv, ha investito un gruppo ciclisti al km 17 della via Aurelia, uccidendone uno, ed è stata denunciata dai Carabinieri per omicidio stradale. Secondo quanto si è appreso, la 52enne è risultata negativa ai test sull'assunzione di alcol e sostanze stupefacenti (vedi qui un approfondimento sui controlli). La signora alla guida, dopo essersi allontanata a bordo della sua Dacia Duster bianca senza prestare soccorsi, si è presentata alla caserma dei Carabinieri di Montespaccato. Il ciclista morto era stato trasportato in gravissime condizioni all'Aurelia hospital. L'uomo aveva 76 anni e abitava in zona Marconi. Gli altri due ciclisti feriti, un 71enne e un 68enne, sono invece stati trasportati in codice rosso al San Camillo. Tra i primi a soccorrere i ciclisti feriti, il comandante della polizia municipale di Roma, Raffaele Clemente, che transitava su via Aurelia.
FUGA PER PAURA “Sono scappata perché ho avuto paura”, ha detto la donna che, a quanto ricostruito, ha investito i ciclisti mentre tentava il sorpasso. Ha travolto in pieno uno di loro e poi ha impattato con la fiancata dell'auto contro gli altri. Siamo davanti a un caso delicato e complesso: la donna ha ucciso un uomo, ne ha feriti due, è scappata e poi s'è costituita. La palla adesso passa ai giudici. Per giunta, come accade non di rado, sfortuna chiama sfortuna: durante il trasporto in ospedale di un ferito, si è verificato un altro incidente, con l'ambulanza che ha travolto uno scooter sul cavalcavia sopra l'Aurelia all'altezza del km 14. È stato necessario l'arrivo di un altro mezzo.
QUALI POSSIBILI PENE Ma cosa dice la nuova legge? Chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da 2 a 7 anni. Pene più severe sono previste in caso di guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. La stessa legge sull'omicidio stradale introduce inoltre un altro articolo nel Codice penale, il 589-ter, il quale stabilisce che se il conducente responsabile di un incidente si dà alla fuga, la pena è aumentata da un terzo a due terzi e comunque non può essere inferiore a 5 anni.
COCKTAIL DI INFRAZIONI GRAVISSIME Intanto, va registrato un secondo episodio. Alessandro Pepe, un 37enne di Somma Vesuviana (Napoli), con un'Opel Corsa ha causato un incidente in via San Sossio, nell'area industriale proprio di Somma Vesuviana, in cui è morto un giovane di 28 anni, Antonio Tufano, alla guida di una Toyota Yaris. Le indagini dei Carabinieri hanno accertato che l'uomo era al volante malgrado gli fosse stata revocata la patente nel 2011. Il suo veicolo era privo di revisione, e al momento dell'impatto, marciava a velocità doppia rispetto a quella consentita (a circa 100 km/h con un limite di 40). Pepe aveva oltrepassato la linea di mezzeria, invadendo al momento dello scontro la parte di strada dove Tufano stava regolarmente procedendo con la propria auto. La macchina di Pepe stata posta sotto sequestro nel novembre 2015: l'uomo infatti era stato sorpreso alla guida privo della patente, che gli era stata revocata dalla Prefettura di Napoli, dopo aver riportato una condanna per stupefacenti. Adesso, per questo motivo è stato arrestato con l'accusa di omicidio stradale, più aggravanti di vario genere: sarebbe la prima misura cautelare adottata per il nuovo reato. L'uomo si trova ora ai domiciliari in ospedale: ha riportato gravi fratture. Nell'incidente sono rimasti feriti anche due bambini di 10 e 12 anni, nipoti di Pepe, che viaggiavano con lui: uno è ancora ricoverato in ospedale con prognosi riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.