
Inrix è pronta a lanciare con OpenCar una piattaforma alternativa a CarPlay e AndroidAuto che spiana la strada alla concorrenza sulla connettività
Chi, fino a qualche decennio addietro, avrebbe mai detto che le automobili avrebbero avuto un sistema operativo? Quella che poteva sembrava una boutade oggi non solo è realtà ma offre già diversi “fornitori” ai quali si è aggiunto recentemente OpenCar, potenziato dalla sua entrata nell'orbita di Inrix.
I COMPONENTI SMATERIALIZZATI – I componentisti sono un settore d'enorme importanza per l'automotive: farsi in casa freni, trasmissioni, cambi, iniezioni, autoradio e così via è ben lungi dai pensieri di quasi tutti i Costruttori. Questo modello produttivo si estende ai nuovi “componenti” delle automobili, i sistemi operativi, ed è in questa luce che va letta la recentissima notizia dell'acquisizione, da parte di Inrix, di OpenCar. Inrix la conosciamo già: è un global player nel settore dei servizi per le auto connesse e la mobilità intelligente, un approccio che sfrutta Big Data e cloud per migliorare la gestione della mobilità urbana: è a quest'azienda che dobbiamo l'interessante indagine 2015 sui Paesi europei più congestionati (leggi come la BMW i3 connessa trova da sola il posto auto). OpenCar è invece una sofisticata software house – basata a Seattle e nata nel 2011 ad opera di uno staff che comprende anche ex Microsoft – che ha creato una piattaforma applicativa e un ecosistema di sviluppo rivolti alle Case automobilistiche che abbiano bisogno di una piattaforma integrata per applicazioni e funzionalità auto-centriche.
LA CONNETTIVITÀ E I SERVIZI – L'acquisizione di OpenCar farà arrivare gli utili dati della già citata piattaforma cloud di INRIX direttamente nel cruscotto delle automobili con un nutrito portafoglio di contenuti e applicazioni di terze parti, il tutto con un'esperienza utente ampiamente personalizzabile da parte della Casa automobilistica. In effetti il tema della “libertà” dei costruttori è al centro di questa acquisizione: OpenCar, che negli negli ultimi cinque anni ha avuto una partnership strategica con Mazda, offre una tela bianca – composta da un ambiente di sviluppo delle applicazioni e da un framework – sulla quale la Casa sarà libera di “dipingere” i servizi e le applicazioni per le proprie auto. A differenza di AndroidAuto e CarPlay, che limitano la personalizzazione che i costruttori possono avere sui loro veicoli e richiedono l'accesso ai dati sensibili delle auto, OpenCar è completamente controllato dalla Casa automobilistica e le permette di personalizzare a piacere le interfacce touch e i comandi vocali dell'intero sistema di infotainment a seconda dei marchi, dei modelli e delle aree. Quest'impostazione dà agli OEM la possibilità di migliorare l'immagine del loro marchi e soddisfare meglio le richieste dei consumatori attraverso varie informazioni in-car, contenuti multimediali e applicazioni basate sulla localizzazione. Il sistema operativo OpenCar è stato progettato per “capire” i dati generati dai sistemi avanzati dei veicoli ma il controllo di come essi vengono utilizzati, condivisi e memorizzati rimane nelle mani della casa automobilistica.
I DATI AL CENTRO – La questione dei dati e di chi li tratta è molto importante perché, se saranno indispensabili alle future autonomous cars, essi sono già oggi utilissimi – e preziosi – per fini commerciali: l'acquisizione di Here da parte dei costruttori tedeschi si spiega anche con la volontà di non farli “passare” tutti sotto lo sguardo indagatore di Apple e Google. L'integrazione dei dati si estrinseca con Autotelligent di Inrix, un sistema di assistenza alla guida dotato di apprendimento automatico che, basato su cloud, consente l'instradamento predittivo in base a dove va il conducente e con quale frequenza visita certi luoghi e percorre certe strade. OpenCar si integrerà nativamente con Autotelligent per fornire così un flusso continuo e personalizzato di informazioni e servizi, dal trovare un ristorante all'ascolto delle news, passando per l'evitare le difficoltà del traffico o la prenotazione di posto auto. Un sistema operativo open dovrebbe aggiungere una terza opzione alle due, piuttosto “scomode”, esistenti ad oggi. Una era che ogni Casa costruisse il proprio software per supportare le app, ad esempio Pandora o Deezer, con il risultato che le app disponibili variavano a seconda del Marchio e, noleggiando per esempio un'auto, si rischiava di non avere le proprie preferite; questo sistema costringeva inoltre gli sviluppatori ad approntare varie versioni delle loro app, con tutti i disagi del caso. L'alternativa di Apple CarPlay e Android Auto rende disponibili molte app ma richiede agli utenti di avere smartphone di quei marchi. Non è certamente un caso che OpenCar partecipi al consorzio Genivi, lo stesso del quale fa parte quella Ford che ha reso open-source la sua piattaforma AppLink.