
La guida autonoma non sembra tra le priorità di Porsche a giudicare dalle dichiarazioni del CEO Oliver Blume: "lasciamola agli altri"
A Stoccarda non amano proprio le auto che prendono troppe “iniziative”: si agli ADAS, no alla guida autonoma! Il CEO che ha preso il posto di Matthias Müller (leggi come Müller ha avvertito che il gruppo ha 12 miliardi prima di tagliare i posti di lavoro) alla guida di Porsche ha detto, lapidario: “una Porsche è un'esperienza di guida che dev'essere provata da un guidatore”.
UN'EREDITÀ DA CONSERVARE – Blume ha poi orgogliosamente affermato, in un incontro con giornale regionale tedesco, che “Le persone vogliono guidare una Porsche da soli e non farla guidare ad un meccanismo. Un iPhone è fatto per il taschino, non per la strada. Le partnership, in generale, non sono una cattiva idea se le proprie competenze sono insufficienti. Ma noi da un lato facciamo parte di una società forte e dall'altro non abbiamo intenzione di guidare la carica in questo settore. Non ci alleeremo con nessun 'big' della tecnologia”. Le allusioni sono piuttosto evidenti, dato che moltissimi costruttori, anche premium, annunciano a ritmi incalzanti accordi con questo o quel marchio Hi-tech (guarda le novità BMW, Volkswagen e Mercedes al CES 2016).
LA MELA TENTATRICE – Ma non sono soltanto i nomi altisonanti quelli che abbracciano la consumer electronics: Ford corteggia Google per la guida autonoma e Hyundai introduce il manuale d'uso a realtà aumentata. Questo atteggiamento snob contraddice un po' l'annuncio fatto ad ottobre e che, in buona sostanza, conteneva la notizia che la piattaforma connessa Porsche Communication Managemen (oltre al navigatore connesso e alle app Porsche Car Connect e Porsche Connect, essa offre servizi sul traffico in tempo reale, Google Street View e Google Earth, il tutto tramite una Sim dati da acquistare separatamente) integrava anche il sistema operativo automotive Apple, CarPlay. Sembra quindi un po' strano indicare che non c'è spazio per le funzionalità tecnologiche a bordo delle Porsche. Come che sia, anche l'altro brand della galassia Volkswagen che produce supercar, Lamborghini, ha espresso un simile scetticismo verso la guida autonoma, al contrario di marchi come BMW e Mercedes-Benz che ne fanno una bandiera ed un orizzonte.
SUPERCAR IBRIDE – In realtà la guida autonoma sconvolgerà parecchio l'automotive (a partire dal settore RCA, con le Compagnie che corrono ai ripari) e una vettura automatica – che porterà per esempio il papà al lavoro ed i bambini senza patente a scuola, tornando poi “a casa” da sola – potrebbe diventare l'unica per ogni nucleo familiare, sostituendone un paio. A questa decimazione del parco resisterebbero di più proprio le vetture luxury, per motivi di immagine e anche economici: l'unica auto di famiglia potrebbe essere anche più costosa, drenando da sola le risorse altrimenti destinate a due-tre auto più “commerciali”. Nel discorso di Blume sono entrate anche le auto ibride: Porsche intende offrire versioni ibride di tutti i suoi modelli nel prossimo futuro. La versione ibrida plug-in della mitica 911 sarà in vendita nel 2018 e avrà un'autonomia di 50 km in modalità puramente elettrica. Ricordiamo che Porsche ha annunciato, il mese scorso, che investirà 1 miliardo di euro nel suo più grande stabilimento, situato nei pressi di Stoccarda, per la versione di produzione della concept Mission E (leggi com'è fatto il prototipo elettrico di Porsche), la sportiva completamente elettrica vista al salone di Francoforte 2015. Questo annuncio è un altra tessera del mosaico ecologico che il Gruppo Volkswagen sta tracciando anche (o soprattutto) per far dimenticare lo scandalo delle emissioni taroccate.