Il viceministro dei trasporti Riccardo Nencini torna a promettere l'archivio unico dopo i flop recenti
Se ne parla ormai con insistenza da tre anni, ed è una delle promesse mancate del governo Letta prima e dall'esecutivo Renzi poi: l'archivio unico, ossia l'unificazione fra Pubblico registro automobilistico (gestito dall'Automobile club d'Italia) e Motorizzazione. Adesso però il viceministro dei trasporti Riccardo Nencini torna a discutere dei due registri: l'occasione è stato l'incontro di sabato a Firenze tra i Nencini stesso, Maurizio Vitelli (direttore della Motorizzazione), e l'Unasca, la maggiore associazione rappresentativa del mondo delle autoscuole e degli studi di consulenza automobilistica, promotrice dell'incontro stesso.
LA PAROLA AL VICEMINISTRO – Secondo Nencini, “l'unificazione dei due registri sotto la responsabilità del ministero dei trasporti è la strada maestra che spero la camera voglia imboccare”. Si tenga presente infatti che in parlamento è in discussione il provvedimento sulla semplificazione della pubblica amministrazione. “Se vogliamo far risparmiare denaro ai cittadini e dare maggiore efficienza al servizio – ha detto il viceministro – non ci sono alternative”. Da parte sua l'Unasca ribadisce la propria posizione: “Abbiamo assistito all'accorpamento in Motorizzazione delle funzioni amministrative sull'autotrasporto merci conto terzi tenute dalle province, ma occorre fornire risorse umane alla Motorizzazione che da oltre 15 anni ha visto il proprio personale ridursi del 50%. E soprattutto chiediamo che la nascita dell'archivio unico dei veicoli diventi realtà superando così le attuali competenze Motorizzazione/Pra e le inutili e costose duplicazioni documentali e di costi la cui gestione non potrà che essere dello Stato, con la netta distinzione tra servizio pubblico e quello privato nell'esercizio degli Sportelli telematici dell'automobilista (Sta)”.
RESISTENZA INTERNA – Stando alle indiscrezioni raccolte dal Fatto Quotidiano, l'Aci ha scovato un provvidenziale alleato dove meno se lo aspettava, proprio nel Pd da cui è sempre stato lontano anni luce e in particolare tra i renziani. Non un alleato qualsiasi, oltretutto, ma uno dei politici più vicini al premier, l'empolese Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del consiglio. Stando al Fatto, Lotti è legato da diversi fili all'Aci grazie a una rete di rapporti che coinvolgono sia la direttrice dell'Automobile club di Firenze, Alessandra Rosa, sia lo stesso presidente Sticchi Damiani. E poi all'Aci Lotti è affezionato anche per via parentale, avendo sposato Cristina Mordini, la figlia di Mario, 73enne di Firenzuola, pensionato proprio dell'Aci di Firenze di cui è stato a lungo un dirigente.
ALTRA RETROMARCIA? – Ora, in questo scontro di lobby e poteri, la palla è ancora alla camera: sarà l'ennesimo flop, proprio come in passato? Già nel giugno 2014, il governo Renzi, afflitto da “annuncite acuta”, fece la seconda retromarcia; non stupirebbe a questo punto un altro dietrofront. In sintesi, la storia racconta che, nel decreto spending review, c'era un articolo dedicato proprio all'accorpamento Pra (Aci)/Motorizzazione. Poi sparito. Dopodiché, il premier dichiarava: “Accorpamento”. Per eliminare un assurdo: che ci sia un doppio documento (la carta di circolazione e il certificato di proprietà), e che si paghi una doppia tassa per le pratiche automobilistiche. “Si può discutere quanto si vuole ma poi alla fine si decide, perché se si discute solo per discutere siamo al bar dello sport. Il conto alla rovescia è iniziato. Il 13 giugno 2014 si decide”. Parole, parole, parole…