I radiotaxi impongono ai tassisti clausole per escludere servizi via smartphone. L'Antitrust apre un'istruttoria a Roma e Milano su denuncia di Mytaxi
Monopoli truffe, cartelli e distorsioni del mercato e della concorrenza: dietro queste poche parole si muove l'AGCOM, nota ai più con l'abbreviazione di Antitrust. In effetti c'è bisogno di un Ente che sorvegli il tanto invocato “Mercato” dato che, non esistendo in natura (è una costruzione del genere umano) va regolato. In difetto di controlli si va verso le barriere contro i concorrenti, l'oligopolio e, nei casi estremi, il monopolio. È proprio su questi temi che l'AGCOM ha aperto un'istruttoria sui radiotaxi di Milano e Roma, che hanno sempre fatto la guerra contro le app tipo Uber (leggi come l'Antritrust ha aperto a Uber e chiede una legge per le app).
LA CONCORRENZA VA TUTELATA La notizia, espressa in maniera succinta, è questa: l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato, dopo una segnalazione della società Mytaxi Italia S.r.l, due procedimenti istruttori per possibile violazione degli articoli 101 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea o dell'articolo 2 della legge 287/90, che statuisce il divieto di intese restrittive della concorrenza. Le istruttorie sono 2 perché una è a carico dei radiotaxi di Milano e l'altra riguarda i radiotaxi di Roma. Queste indagini sono nate a seguito di una segnalazione presentata da Mytaxi Italia, società che gestisce una app che fa incontrare tassisti e clienti (leggi di come Mytaxi è arrivata a Milano). La Società è la filiale italiana di un gruppo nato nel giugno 2009 e che dal 2014, dopo la fusione con Moovel, appartiene al gruppo automobilistico Daimler. La modalità di funzionamento di Mytaxi, che si rivolge ai tassisti professionisti in possesso di regolare licenza, vuole evitare le polemiche suscitate dai servizi come Uber, più volte soggetti a proteste da parte dei tassisti (leggi dello sciopero generale dei taxi a Roma).
ESCLUSIVA ILLECITA? Entrambi i procedimenti istruttori sono focalizzati sulle clausole di esclusiva contenute nei documenti che regolano i rapporti tra le società di gestione del servizio di radiotaxi e i tassisti, soci o aderenti. Queste clausole, se applicate alla maggioranza dei tassisti in un certo ambito territoriale (è questo il caso di Roma e Milano), sono apparse all'AGCOM come in grado di ostacolare o addirittura impedire l'utilizzo da parte dei singoli tassisti di una pluralità di intermediari (leggi come il Comune di Milano ha vinto il ricorso contro il TAR per il numero unico dei taxi). In questo modo si impedirebbe di lavorare ad altri servizi di raccolta e smistamento delle richieste del servizio taxi, ostacolando e/o rallentando l'ingresso nel mercato di operatori che offrono servizi innovativi. Un esempio di questo tipo è proprio l'applicazione per smartphone e tablet gestita da Mytaxi Italia, che mette direttamente in contatto l'utenza e i tassisti e offre anche un servizio di rating dei tassisti stessi.
COME RACCOLGO LA MAGGIORANZA I documenti dell'Antitrust, identificati dalle diciture I801A per l'istruttoria di Roma e I801B per quella di Milano, sono sostanzialmente identici ed entrambi indicano come autore della segnalazione, inviata l'8 novembre 2016, Mytaxi Italia Srl. A variare sono sostanzialmente le parti, che per Milano sono le cooperative Taxiblu Consorzio Radiotaxi e Autoradiotassi e la Srl Yellow Tax Multiservice; a Roma sono invece indicate le cooperative Radiotaxi 3570, Cooperativa Pronto Taxi 6645 e Samarcanda. Nei documenti si legge che “Mytaxi fornisce ai singoli tassisti servizi di raccolta e smistamento della domanda tramite una app per smartphone e tablet. L'adesione ai servizi di Mytaxi è gratuita, così come gratuita è l'uscita dal servizio e non è previsto un numero di corse obbligatorie in caso di convenzionamento. I tassisti convenzionati pagano a Mytaxi una commissione in percentuale sul prezzo di ogni corsa portata a termine. Non esistono clausole di esclusiva, per cui i tassisti convenzionati con Mytaxi possono utilizzare in contemporanea qualunque altro sistema di raccolta e smistamento della domanda. (…) Mytaxi lamenta il ricorso a clausole di esclusiva da parte delle società che gestiscono i servizi di radiotaxi all'interno delle aree dei comuni di Milano e Roma. (…) Mytaxi evidenzia inoltre (…) e la rescissione dei contratti ai tassisti che avevano iniziato a utilizzare l'app Mytaxi”. AGCOM fa notare che sono ormai accettate e diffuse nuove modalità di raccolta delle richieste di taxi e che anche i gestori dei radiotaxi hanno iniziato a usare, ad esempio, app, Whatsapp e Telegram; altresì introdotti sono poi i numeri unici, in grado di razionalizzare e rendere più efficienti i servizi. La questione che ha fatto emanare le istruttorie all'Antitrust (ieri funzionari dell'AGCOM hanno fatto ispezioni nelle sedi delle società interessate e dell'URI -Unione dei Radiotaxi d'Italia) è stata la preponderanza dei tassisti che sono clienti o soci dei radiotaxi: più del 90% a Milano e il 74% a Roma. Si tratta quindi della maggior parte dei taxi, una quantità che configura una monopolio o quasi.