
La black box non è uguale per tutti: lo sconto applicato varia in base ai dati che rileva il localizzatore. L'Ivass spiega perché
Nell'attesa di capire se e come la scatola nera si diffonderà ancora di più grazie al disegno legge concorrenza, l'Ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) fa il punto della situazione. La regola che potrebbe arrivare è così schematizzabile: il ddl prevede l'obbligo da parte delle compagnie di accordare, al cliente che faccia installare sul suo veicolo una scatola nera o un etilometro o che assoggetti a ispezione il suo veicolo, uno sconto non inferiore a una percentuale fissata in via amministrativa dall'Ivass. Lo sconto è maggiore nelle regioni a più alta sinistrosità. Se qualche compagnia dovesse sgarrare (niente sconti), scatterebbero le multe.
BENEFICI DELLA BLACK BOX – Indubbiamente, spiega l'Ivass, la scatola nera, monitorando i comportamenti alla guida degli assicurati, permette di separare i guidatori prudenti e onesti da quelli che non lo sono. Combatte le frodi. Conseguentemente, consente di calibrare il prezzo sulla rischiosità del contraente in modo accurato. Un'impresa che offra sistematicamente quei dispositivi può praticare a ragion veduta prezzi più bassi ai clienti virtuosi ed erodere quote di mercato ai concorrenti che non dispongono di quello strumento informativo. Lo sconto dev'essere, ovviamente, alto abbastanza da far superare alla clientela la naturale ritrosia a sostenere il fastidio dell'installazione, pur gratuita, e la riduzione di privacy.
VA FATTA UNA DISTINZIONE – Le stime preliminari Ivass su un panel di 1,2 milioni di contratti indicano che già oggi il mercato, in media, fa sconti del 13 per cento a chi consente 7 l'uso dei dati della scatola nera a fini di controllo della guida, contro il 5 per cento riconosciuto a chi si limita a far installare il dispositivo per i soli casi di incidente ma senza consentire il controllo continuo. Pertanto, in parole povere, c'è una riduzione tanto più forte quanto maggiore è il controllo sull'auto. L'automobilista dev'essere consapevole di tutto quello che va a firmare, non solo in termini di benefici tariffari.
POSSIBILE PROBLEMA – Ma c'è un ma. Lo sconto minimo obbligatorio e l'eliminazione, parziale o totale, delle differenziazioni tariffarie territoriali, previsti dagli attuali artticoli 3 e 7 del disegno di legge concorrenza, presentano un rischio, almeno secondo l'Ivass: che le imprese, di fronte a costi complessivamente elevati di acquisto e gestione delle scatole nere e in un contesto di “prezzi imposti”, sviluppino una comune tendenza a ritrarsi dall'offrire questi dispositivi o a innalzare la tariffa media. Non accordi collusivi espliciti, o così dice l'Ivass. La norma è ora in discussione in Senato, e indubbiamente, così come concepita adesso, favorisce il libero mercato, divenendo una spinta ad abbassare i prezzi. Senza considerare che lo stesso ddl, se approvato, darà il via ai controlli elettronici della Rca. L'auspicio è quindi che il Senato dica sì a regole positive per la Rca e gli assicurati. Nonostante l'opposizione delle compagnie, che miravano a tutt'altre regole, queste sì anti-concorrenziali, e infatti stroncate dalla commissione Giustizia, e pure da un nuovo movimento sempre più in crescita: la Carta di Bologna, capitanata da Federcarrozzieri di Davide Galli.