
L'istituzione dell'omicidio stradale come reato: "Spero di riuscirci entro il 2015", ha scritto Renzi alla vedova di un uomo ucciso in un sinistro
“Spero di riuscire a introdurre il reato di omicidio stradale entro il 2015”, ha scritto il presidente del consiglio Matteo Renzi in una mail inviata a Marina Fontana, la vedova di Roberto Cona, ucciso un anno e mezzo fa in un incidente stradale in autostrada da un camionista. Ma come è uscita la notizia? È stata la stessa Fontana, con un post su Facebook a spiegare di aver scritto a Renzi, e di aver ricevuto una mail di risposta. “Cara Marina – ha detto Renzi -, ti sono profondamente vicino nel tuo dolore. Perdere il proprio caro per l'atto irresponsabile di qualcuno è una delle disgrazie peggiori che possano capitare nella vita di una persona. È del tutto legittimo il tuo chiedere giustizia, ed è dovere della politica darti risposte; proprio per questo mi sono speso e continuerò a farlo affinché venga istituito anche in Italia il reato di omicidio stradale. Spero di riuscirci entro il 2015. Un abbraccio forte, Matteo Renzi”.
CATENA UMANA – Intanto, è in programma una catena umana da Roma a Palermo per “chiedere al governo di Matteo Renzi di istituire il reato di omicidio stradale” e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella “di vigilare affinché si proceda in tempi rapidi e sedi opportune di inserire la norma nel codice penale”: lo riporta livesicilia.it. A lanciare l'iniziativa, prevista martedì prossimo, 24 marzo, in diverse città italiane, è proprio Marina Fontana. Tutto, dice Marina, “nasce in modo spontaneo, senza alcuna voglia di vendetta, e senza alcuna emotività, dopo l'ennesima sentenza ingiusta della Corte di Cassazione che ha annullato la condanna a 21 anni, comminata in primo grado, e confermata in secondo grado, all'uomo che ha ucciso quattro ragazzi francesi guidando volontariamente contromano e in stato di ubriachezza. E parlo da moglie di una vittima della strada”.
LA RECENTE SENTENZA – La Cassazione ha infatti annullato con rinvio la condanna a 21 anni di reclusione inflitta, in appello a Torino, a Ilir Beti. Parliamo dell'imprenditore albanese che il 13 agosto 2011 imboccò la A26 contromano e la percorse per oltre 20 chilometri. Nell'impatto con il suo Suv morirono quattro ragazzi francesi, in un'altra auto: Beti era sotto l'effetto di alcol e droga. Il caso ritorna ora in appello per essere riesaminato. “La Cassazione ha confermato – ha detto l'Asaps (Amici Polstrada) – che con le leggi attuali il dolo eventuale per morti provocati da comportamenti altamente pericolosi e pieni di rischio alla guida è inapplicabile. Questo sgombra il campo da tutte le discussioni teoriche sul fatto che le leggi esistono già e basta applicarle. Dimostra chiaramente un vuoto legislativo che fa sì che chi uccide sulla strada resti di fatto impunito. Pertanto solo l'introduzione di una fattispecie specifica, come l'omicidio stradale, può aiutare i giudici a rendere giustizia”. E ancora: “Di fronte ad incidenti di estrema gravità si ripete la solita sequenza. I giudici di primo grado e spesso anche quelli dell'appello tentano di infliggere condanne severe con l'applicazione del reato di omicidio con dolo eventuale. Ma quasi mai queste condanne vengono confermate in Cassazione. Per questo come promotori, con le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, della proposta, con la raccolta di quasi 80.000 firme, per l'introduzione del reato di omicidio stradale insistiamo”. Un reato simile a quello di omicidio doloso, ossia volontario, con pene molto più severe, con un duplice obiettivo: fare da deterrente per chi intende bere o drogarsi prima di guidare, e sanzionare in modo equo chi commette reati così gravi.
LE PROMESSE DI RENZI… – Con la riforma del Codice penale, potrebbe arrivare il reato di omicidio stradale: si avvicina a quello doloso, commesso volontariamente. Ossia da 8 a 18 anni per chi causa gravi incidenti in stato alterato da droghe o alcol, e l'arresto in flagranza di reato. Del nuovo reato di omicidio stradale si parla dal 2010: per introdurlo, non stati sufficienti diversi disegni di legge presentati in parallelo in Parlamento. E già in passato Renzi ha più volte promesso l'introduzione di questo reato: alle parole non sono mai seguiti i fatti. In base all'attuale Codice della strada (collegato al Codice penale), nel caso di incidente mortale o con gravi lesioni fisiche provocato da un guidatore in pesante stato d'ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, è previsto il reato di omicidio colposo, cioè dovuto a imperizia, imprudenza, negligenza. Le pene per chi commette quel tipo di reato, secondo chi vuole sanzioni più dure, non rappresentano un deterrente efficace; prova ne siano anche i recenti sinistri per guida in stato alterato (pur ricordando che un incidente ha spesso più di una causa e le infrastrutture spesso non aiutano/perdonano). Con il nuovo reato di omicidio stradale, si creerebbe un reato di omicidio quasi volontario: anzitutto, la reclusione prevista sarebbe molto più estesa.