Richiamo airbag Takata: Honda arriva a quasi 5 milioni di auto

Richiamo airbag Takata: Honda arriva a quasi 5 milioni di auto Non finiscono mai i richiami di auto legati alla vicenda Takata. Dopo l'ennesimo costruttore coinvolto - Honda - chi sarà il prossimo?

Non finiscono mai i richiami di auto legati alla vicenda Takata. Dopo l'ennesimo costruttore coinvolto - Honda - chi sarà il prossimo?

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21 Maggio 2015 - 01:05

Dopo Toyota e Nissan, Honda – il terzo costruttore giapponese di automobili – ha annunciato lo scorso giovedì 14 maggio il richiamo di quasi 5 milioni di veicoli in tutto il mondo. La causa? Degli airbag difettosi del marchio connazionale Takata, di cui è il primo cliente.

CIFRE INQUIETANTI – Questo annuncio porta a 19,6 milioni il numero totale di vetture convocate in garage per lo stesso motivo da parte del gruppo Honda, i cui risultati finanziari annuali sono calati per via  di questa vicenda. Secondo un portavoce del costruttore nipponico, 4,89 milioni di airbag per conducente e passeggero, di cui alcuni nella stessa auto, sono oggetto di questo nuovo richiamo che colpisce oltre 20 modelli fabbricati tra il 2002 e il 2008. 

NESSUN FERITO… UFFICIALE – Honda ha tenuto a specificare che “non c'è nessun ferito o nessun decesso legato a questi richiami, che sono precisamente destinati a prevenire un eventuale incidente.” Numerosi incidenti, tra cui sei incidenti mortali, gran parte di essi verificatisi negli Stati Uniti, sono stati tuttavia attribuiti per il momento agli airbag difettosi di Takata. Delle esplosioni intempestive avrebbero provocato la proiezione di frammenti di metallo e di plastica sui passeggeri. L'agente alla base del gonfiamento – del nitrato di ammonio – che può deteriorarsi in caso di esposizione ad una eccessiva umidità è stato messo in causa da questi incidenti. La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), direzione americana della sicurezza stradale, ha dichiarato che annuncerà a breve “nuove misure importanti” che mireranno ad accelerare il richiamo di veicoli equipaggiati di airbag firmati Takata.

RISCONTRO ANCHE IN BORSA E NON SOLO – L'azione di Takata ha concluso la sua corsa con un calo del 5.4% alla Borsa di Tokyo. Il suo titolo era crollato di ben 51.5% nel 2014. Il fornitore ha subìto una perdita netta di 297 milioni di dollari nell'insieme del bilancio 2014-2015 a causa delle provvigioni utilizzate per coprire i costi legati ai richiami. Per il bilancio conclusosi il 1 aprile, il colosso anticipa un beneficio di 200 milioni di dollari, anche se non ha voluto al momento entrare troppo nei dettagli.

ALTRI COSTRUTTORI GIAP COINVOLTI – Oltre a Honda, una decina di costruttori sono stati severamente toccati da questa vicenda che sta alla base del richiamo globale di oltre 30 milioni di vetture, tra cui Toyota e Nissan ultimamente. Toyota ha fatto richiamare 5 milioni di modelli assemblati tra marzo 2003 e novembre 2007, il che appesantisce gravemente il numero mondiale di oltre 8 milioni sin dall'inizio di questa crisi. La sua filiale Daihatsu ha invece manifestato il suo intento di chiamare non meno di 260.000 veicoli in Giappone, sempre per via delle stesse problematiche legate agli airbag difettosi forniti dall'azienda Takata. Nissan, da parte sua, ha fatto partire la sua iniziativa di richiamo di oltre 1.56 milioni di modelli costruiti tra il 2004 e il 2008, per un totale di 4 milioni. In questo contesto, Takata è accusata di aver reagito con ritardo a questa problematica ignorata per anni ormai. L'azienda è stata pesantemente criticata per la sua gestione di fronte a questa crisi.

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