Il richiamo Takata coinvolgerà 24 milioni di airbag frontali montati da 12 Costruttori. Per l'NHTSA anche quelli laterali potrebbero essere pericolosi
La questione Takata si fa sempre più seria, ormai da mesi le notizie che riguardano questa vicenda si susseguono e toccano svariati marchi, ognuno protagonista di richiami in numeri da capogiro. Notizia recente, o meglio, ultimo sospetto, quello che interessa gli airbag laterali, che potrebbero presentare le stesse complicazioni di quelli frontali. Così il numero dei richiami potrebbe aumentare notevolmente e la questione andrebbe rivista nella sua totalità.
NUMERI DA GESTIRE – Il problema più grande, dopo chiaramente quello che riguarda il guasto che crea difficoltà di funzionamento con conseguenze pericolose per i passeggeri, è relativo il numero di richiami da gestire. Moltissimi sono i costruttori coinvolti, al momento 12, per un totale di circa 24 milioni di airbag frontali da controllare. Chiaramente, oltre alla verifica dei mezzi da far “rientrare”, c'è stato un bel da fare anche nel recuperare tutti gli airbag che potenzialmente sarebbero potuti essere venduti come pezzi di ricambio (qui la nostra visita agli stabilimenti TRW). Cio che ha creato il caos è stato il gonfiarsi troppo violentemente degli airbag, che con tale violenza romperebbero malamente il guscio metallico, proiettando frontalmente e in abitacolo schegge “impazzite” che ad oggi sono state causa di almeno 8 decessi e più di 100 feriti. L'ente americano per la sicurezza del traffico, la famosa Nhtsa, chiaramente si è messa subito al lavoro, preparando verifiche e producendo dei report utili allo studio e alla soluzione del problema.
ORA TOCCA AI LATERALI – Non finisce qui: sembra proprio che il problema “Takata” non sia relativo solo ed esclusivamente agli airbag frontali; ora ad interessare la Nhtsa sono anche gli airbag laterali. In effetti non è storia di qualche ora fa, perché c'è un retroscena accaduto la passata estate che sin dall'inizio ha suonato come “campanello dall'allarme”. Lo scorso 7 giugno un incidente avvenuto a Saint Louis, nel Missouri, ha coinvolto una Volkswagen Tiguan “nuova di zecca”; il suo abitacolo è stato invaso di frammenti di metallo subito dopo l'esplosione degli airbag laterali. A luglio la Volkswagen ha segnalato l'incidente alla Nhtsa, che ha avviato un'indagine emettendo ordini di comparizione sia per Volkswagen che per Takata (che ora dovrà rivedere i suoi rapporti con molti costruttori), la quale è stata chiamata a fornire un'analisi dettagliata di tutti gli airbag e moduli di airbag che utilizzano come propellente il nitrato di ammonio, oltre ai dettagli sulle case automobilistiche che hanno acquistato i dispositivi.
COLLABORAZIONE CONGIUNTA – La Nhtsa, cosciente della grandezza del problema, ha subito interpellato i costruttori coinvolti, chiedendo loro di collaborare affinché le indagini e successivamente le soluzioni da trovare possano essere svolte e prese nel minor tempo possibile. Tra l'altro, proprio questa ultima “sorpresa laterale” lascia presagire l'interessamento di altre sette case automobilistiche, anche per questo il 26 novembre la Nhtsa comunicherà l'equipe che a stretto contatto con Takata e i Costruttori cercherà di sbrogliare i nodi cruciali della questione (ecco come scoprire se la propria auto dispone di airbag difettosi). A tal proposito, lo stesso Mark Rosekind, Amministratore di Nhtsa ha confermato che “se non ci fosse un coordinamento tra tutti gli interessati, sarebbe impossibile gestire la situazione. Abbiamo già tanto da fare ed è normale che ci sia confusione, per questo dobbiamo essere organizzati per fare fronte a tutto.” Ricordiamo che il richiamo comprende automobili di Honda, General Motors, Bayerische Motoren Werke, Fiat Chrysler Automobiles, Mazda, Mitsubishi, Nissan, Subaru, Toyota, Ford e alcune unità di veicoli commerciali Daimler. Successivamente, e arriviamo ai giorni nostri, si sono aggiunti Volkswagen, Tesla Motors, Mercedes-Benz, Jaguar Land Rover, Suzuki, Volvo Trucks e Spartan Motors. Intanto Takata ha fatto sapere che sta incrementando la produzione di nuove unità di airbag per fare fronte a una possibile e immaginabile richiesta di componentistica priva di problemi.