Rubano un'auto e trovano un lavoro: Uber assolda gli hacker

Rubano un'auto e trovano un lavoro: Uber assolda gli hacker Sono gli stessi che hanno hackerato la Jeep Cherokee. Uber prende il largo nella guida autonoma e punta sulla sicurezza digitale dei suoi progetti

Sono gli stessi che hanno hackerato la Jeep Cherokee. Uber prende il largo nella guida autonoma e punta sulla sicurezza digitale dei suoi progetti

di 
31 Agosto 2015 - 01:08

Il tema della guida autonoma amplia i propri orizzonti, perché ora la corsa non è soltanto rivolta “a piantare la bandierina dei primi”, ora bisogna farlo in tutta sicurezza, affinché nessuno sia in grado di “dirottare” un'automobile senza conducente. Uber sta investendo molto e lavora su questa strada, attirando a sé le risorse migliori.

NULLA DI STRANO – E' risaputo che per catturare i delinquenti, non bisogna essere dei santi! La stessa cosa deve averla pensata Travis Kalanick, che visti i tempi che corrono intorno all'automobile connessa, sempre più tecnologica e ora anche autonoma, ha deciso di ingaggiare i due “smanettoni”  Charlie Miller e Chris Valasek, che non si sono presentati al mondo automotive in punta di piedi, anzi! I due esperti di cybersecurity prima si sono imbattuti (nel 2013) in un hackeraggio di una Toyota Prius e di una Ford Escape, controllandone sterzo, freni e spie, collegando un laptop alla porta per la diagnostica. Successivamente, nostalgici di quanto fatto due anni prima, hanno preso di mira una Jeep Cherokee, ma questa è storia dei giorni nostri, pertanto non sprechiamo righe, convinti che siete ben informati di quanto accaduto alla Cherokee e successivamente a Fca, coinvolta in un richiamo che ha visto il rientro di 1,4 milioni di veicoli.

CURRICULUM D'ORO – L'assunzione in Uber, che scoppia di salute e che non ha preoccupazione di “mettere mano” al portafoglio (l'azienda vale circa 50 miliardi di dollari), è l'ennesima ciliegina sulla torta di una carriera fino a ora di alto livello, sia per Miller che per Valasek. Da oggi inizieranno a prestare servizio presso l'Advanced Technology Center che Travis Kalanick ha aperto a Pittsburgh, struttura dedicata allo sviluppo dell'auto connessa e autonoma. Per i due si chiudono parentesi importanti: Valasek lascia l'incarico di responsabile automotive di IOActive, società di consulenza specializzata in sicurezza hardware, software e wetware, mentre Miller lascia l'avventura intrapresa a Twitter, dove si è dedicato per tre anni alle difese digitali. Entrambi poi hanno nel loro curriculum una borsa di studio della Darpa, l'agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che si occupa di nuove tecnologie. Insomma, “smanettoni” sì, ma super qualificati e con un trascorso di alto livello.

INARRESTABILE UBER – Uber non perde tempo e con l'ingaggio dei due “cervelloni” si è assicurata prestazioni e capacità eccelse nel lavoro sulla sicurezza digitale di tutti i progetti. Questa è una delle tante mosse che Kalanick ha sferrato negli ultimi mesi; infatti, dopo l'accordo con la Carnegie Mellon (Università privata di Pittsburgh, famosa per le facoltà di informatica e ingegneria, dalle quali sono usciti 19 laureati che hanno ricevuto il Nobel) a febbraio, la scalata è continuata stringendo la partnership con l'Università dell'Arizona, avviata per migliorare la qualità delle mappe digitali. Dunque, considerato che ad oggi è praticamente impossibile per un hacker “conquistare” le automobili per generare un “sistema di guadagno”, l'unico vero scopo di Uber (e di altri interessati) è quello di elevare fin quanto possibile il livello di cybersecurity. A testimonianza di quanto appena detto, molti governi si stanno muovendo in questa direzione e anche la creazione dell'ISAC (Information Sharing and Analysis Center, una sorta di centrale operativa per la Cyber Sicurezza) rappresenta una mossa decisa contro la criminalità digitale.

Commenta con la tua opinione

X