Salone di Ginevra. Marchionne: Ferrari rimarrà un contribuente italiano

Salone di Ginevra. Marchionne: Ferrari rimarrà un contribuente italiano Al Salone di Ginevra Marchionne ha parlato della Ferrari

Al Salone di Ginevra Marchionne ha parlato della Ferrari, ma anche del futuro di FCA e del premier Renzi

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4 Marzo 2015 - 02:03

Il discorso è ecumenico, i temi trattati sono molti, l'occasione è speciale (la presentazione della Ferrari 488 GTB) e la sede è paradigmatica per le automobili: lo speech di Sergio Marchionne a Ginevra ha quindi tutte le premesse per suscitare interesse.

FERRARI, COSA ACCADRA'? – Un tema molto caldo – per motivi industriali, finanziari e, last but not least, emozionali – è quello dei cambiamenti che interesseranno il marchio del Cavallino: Marchionne ha affermato che Ferrari “continuerà a produrre in Italia, Paese nel quale continuerà anche a pagare le tasse”. Il CEO di FCA ha invitato a non confondere la sede legale di un'azienda e la borsa nella quale viene quotata con nazionalità dell'azienda stessa: “ci potrà essere una società non operativa, che sta sopra la Ferrari, ma “Ferrari è e resterà italiana”, facendo così intendere che la sede legale potrà però essere fuori dei nostri confini. Dal punto di vista industriale Marchionne ha annunciato che “i numeri della produzione Ferrari rimarranno quelli del piano industriale dello scorso maggio, per preservare l'esclusività del brand” (niente SUV, quindi). Marchionne ha parlato di capolavoro, riferendosi alla 488 GTB, vettura per la quale le prenotazioni sono tali da creare difficoltà nel soddisfarle.

AUTO DI SUCCESSO E NUOVI ASSUNTI – Questi “problemi”, se si presenteranno anche per il SUV di lusso Maserati Levante e/o per la futura media Alfa Romeo (il nome Giulia è tutt'altro che definitivo) potrebbero condurre altre assunzioni anche a Mirafiori, mentre a Melfi la forza lavoro potrebbe aumentare di 1.900 unità, 400 in più rispetto alle preventivate. Merito del Jobs Act? Matteo Renzi aveva twittato in tal senso pochi giorni fa, Marchionne, pur lodando il decreto, aveva escluso un legame così diretto (le nuove assunzioni di Melfi sono “legate al successo di 500 X e Renegade”) ma la cosa non gli ha impedito di incoraggiare Renzi che, a suo parere, non si deve preoccupare degli insulti. “Renzi continui a fare il suo lavoro. Ho preso parecchi insulti anch'io, non se ne preoccupi”, dice Marchionne, che nota segnali positivi come una disoccupazione in discesa e il Pil in leggera risalita. Un altro obiettivo di Marchionne è proprio quello di vendere a Renzi il primo Levante prodotto: “il presidente del Consiglio deve andare in giro con una nostra macchina. Renzi ha visto Levante a Mirafiori, la prima è sua, la blindatura la deve però mettere lui”.

APPLE E LA GUIDA AUTONOMA – Un pensiero anche per Apple, che rumors insistenti danno per intenzionata a marchiare un prodotto automobilistico: la Casa della Mela potrà essere uno stimolo anche per FCA perché Apple non è da sottovalutare, vista la sua creatività, credibilità e potenza finanziaria, superiore a quella di ogni car maker. L'eventuale impegno di Apple, accomunata a Tesla perché entrambe newcomer e molto creative, sarà da tener d'occhio ma l'industria automobilistica saprà rispondere, adattandosi e reagendo. Marchionne ha poi tratteggiato il profilo del suo successore, che sarà scelto fra i manager interni; lo sta cercando già da tempo perché le aziende devono pianificare questo passaggio, cosa che Fiat nel 2004 non aveva fatto. Una  puntualizzazione: il fatto che abbia annunciato che rimarrà fino al 2018 non vuol dire che lascerà immediatamente dopo. Il focus si sposta sul mercato – nella UE crescerà quest'anno fra l'1 e lo 0,5% – ritorna poi su Ferrari, le azioni della quale potrebbero essere vendute anche oltre il 20%, dato che il 10 % è troppo poco. Si è parlato anche della sostituta della Grande Punto, che… non ci sarà! FCA ha infatti altre alternative nel piano FCA fino al 2016. Una 500 a 5 porte?

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