GM: cosa insegna il tracollo Cruise sulla guida autonoma?

GM: cosa insegna il tracollo Cruise sulla guida autonoma?

GM ripensa alla guida autonoma: abbandona Ultra Cruise per concentrarsi sulla sicurezza della guida assistita

17 Gennaio 2024 - 15:29

La guida autonoma di General Motors sembrava destinata a rivoluzionare i modelli Cadillac e Ford e il servizio di trasporto pubblico con i taxi Robot. Ma l’ambizione di GM si è rivelata una grossa e costosa promessa di portare la guida a mani libere su qualsiasi strada, anche al di fuori delle autostrade con carreggiate separate. Ecco perché il caso General Motors può insegnare molto anche alle altre Case automobilistiche che puntano alla guida hands-free.

LA PARABOLA GENERAL MOTORS CON LA GUIDA AUTONOMA CRUISE

Il viaggio di General Motors inizia con l’acquisizione di Cruise, una promettente startup americana che ha poi dato il nome al sistema di guida assistita e alla stessa controllata di GM. L’obiettivo del Costruttore era portare sulle strade una tecnologia collaudata con i TaxiRobot e con i RobotVAN per i servizi di taxi senza conducente. Ma anche debuttare sul mercato con un sistema di guida autonoma L4 per sfidare Tesla. Se non fosse per i problemi emersi di recente, sembrava sulla strada giusta. Proviamo a ripercorrere le tappe principali, che Colin Barnden analista senior di Semicast Research, commenta in un post.

  • 2017, GM lancia SuperCruise sulla Cadillac CT6 acclamato anche da Consumer Reports;
  • 2021, è la volta del sistema Ford BlueCruise con le stesse funzioni del precedente ed entrambi pensati per la guida assistita esclusivamente in autostrada;
  • 2021 GM promette che nel 2023 sarà presentato il sistema di guida autonoma UltraCruise, e da qui in poi, secondo Barnded, è iniziato il capitombolo.

L’ERRORE STRATEGICO DI GM: ULTRACRUISE E LA SFIDA A TESLA

Invece di implementare SuperCruise su tutti i modelli di auto in listino, General Motors ha deciso di puntare le risorse su UltraCruise, un sistema progettato per portare la guida semiautonoma a un livello superiore (sebbene fosse L2+ secondo i livelli di guida autonoma stabiliti dalla SAE). Il sistema testato su 130 mila miglia di autostrade mappate con LIDAR avrebbe introdotto la guida assistita su qualsiasi strada, anche senza carreggiate separate. La previsione di GM stimava di poter coprire il 95% degli scenari di guida su strade asfaltate e l’impiego su almeno 2 milioni di miglia di strade negli USA.

LA DECISIONE DI CHIUDERE ULTRA CRUISE: SICUREZZA IN PRIMO PIANO, MA

Il 2023 però non si è rivelato l’anno delle presentazioni, ma quello degli annunci per General Motors. Prima per le difficoltà tecniche con UltraCruise a metà dello scorso anno, poi con l’intenzione di rimandare il progetto UltraCruise al 2024 per concentrarsi sullo sviluppo del SuperCruise. Poco più tardi, ad ottobre 2023, arriva anche un inatteso stop ai test Cruise senza conducente (imposto anche dalle autorità della California dopo l’investimento di un pedone).

Una decisione che ha poi portato a sospendere la produzione dei RobotVAN con ripercussioni anche sull’organico. Non è un segreto infatti che il CEO Cruise Kyle Vogt abbia rassegnato le dimissioni, assumendosi pubblicamente le responsabilità sulle accuse di insicurezza del sistema di guida autonoma. Mentre si vocifera che la volontà di rallentare lo sviluppo dell’UltraCruise sia in realtà un congelamento definitivo del progetto.

“Dopo un decennio passato a ‘stare al passo con Elon’, le case automobilistiche stanno iniziando a capire che, proprio come l’adozione dei veicoli elettrici, maggiori livelli di automazione della guida non sono necessariamente ciò che i clienti desiderano. Gli ‘innovatori’ e gli ‘early adopter’ possono amare i software scadenti di ‘guida autonoma’, ma la maggior parte dei consumatori no, e certamente non vuole pagare un abbonamento mensile che rendono la guida più difficile e per funzioni di cui sono responsabili delle decisioni prese da un software”, scrive Barnded nel suo post.

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