Guida autonoma: al PoliMi il primo corso di Etica delle Tecnologie L’autonomia delle auto elettriche dipenderà dagli ingorghi in città: una sfida per i migliori navigatori satellitari in cui TomTom traccia la strada

Guida autonoma: al PoliMi il primo corso di Etica delle Tecnologie

Il Politecnico di Milano studierà la morale dei robot. Sapremo come e perché le auto a guida autonoma decideranno chi salvare prima?

11 Aprile 2019 - 10:04

Cosa spinge un uomo a fare la scelta più giusta? Forse il buon senso, l’etica, la morale. Tutte caratteristiche non tangibili che saranno richieste alle auto a guida autonoma. Ma le auto a guida autonoma sapranno ragionare come l’essere umano e avere una loro etica? Questa è la domanda che negli ultimi anni ha riguardato le auto a guida autonoma pronte a passare dai test al servizio pubblico. In caso di emergenza cosa deve fare un’auto a guida autonoma? In base a cosa deciderà se proteggere i suoi occupanti più delle persone all’esterno dell’auto? Molte di queste domande potrebbero trovare già risposta nel primo corso di Etica delle Tecnologie del Politecnico di Milano.

LO STUDIO SULL’ETICA DEI ROBOT INTELLIGENTI

Il mondo accademico inizia a guardare con più interesse la guida autonoma, sia dal punto di vista tecnico che legale-etico. L’annuncio infatti del primo corso Ethics for Technology rivolto a studenti di ingegneria del Politecnico di Milano, segue quello di FCA a Modena. Come dovranno essere programmate le auto robot è un’incognita non ancora chiarita. Anche perché lo sviluppo tecnologico delle auto a guida autonoma ha fatto passi da gigante rispetto invece all’iter burocratico insabbiato sulle responsabilità legali.

LA GUIDA AUTONOMA DEVE INTERPRETARE LE ALTRE AUTO

Le future figure professionali avranno a che fare con macchine senzienti il cui comportamento va previsto, addestrato e corretto. E’ il motivo per cui in ogni parte del mondo è aumentata esponenzialmente l’attività di test delle auto robot in scenari diversi. I test cercano di colmare con lunghi collaudi l’imprevedibilità del traffico stradale e allenare i super computer a gestire situazioni sempre nuove. Finché tutte le auto non saranno autonome la convivenza tra robot e conducenti e pedoni in carne ed ossa è il limite maggiore. Tant’è che si stanno sviluppando linguaggi di comunicazione luminosi per non lasciare spazio all’interpretazione di una manovra delle auto a guida autonoma.

L’ALGORITMO DELLA PRIORITA’

Cosa succederà in una situazione di emergenza sembra un tassello del puzzle ancora da incastrare dopo l’incidente mortale nei test Uber. Se un conducente in carne ed ossa potrebbe improvvisare nelle manovre per evitare un incidente, un super computer è fatto per calcolare. Ma in base a quale ratio deciderà quali manovre fare in una situazione complessa? Sarà meglio non fare nulla o proteggere prima di ogni cosa l’incolumità dei passeggeri a bordo? Al di là della fiducia che gli utenti possono riporre nella tecnologia, sono sempre le incognite a preoccupare di più.

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