Stellantis e UAW ai ferri corti negli USA: cosa sta succedendo? Foto tratta dal profilo X di UAW

Stellantis e UAW ai ferri corti negli USA: cosa sta succedendo?

Stellantis e il sindacato UAW di nuovo in contrasto: tutti i dettagli sulla disputa riguardante il rispetto degli accordi contrattuali sottoscritti l'anno scorso

21 Agosto 2024 - 13:45

Dopo il lungo sciopero dell’autunno scorso e il successivo accordo che sembrava aver rasserenato gli animi, Stellantis e il potente sindacato americano UAW (United Automobile Workers) sono di nuovo ai ferri corti: partecipando alla recente convention dei Democratici che ha incoronato Kamala Harris quale candidata ufficiale del partito alla Casa Bianca, il carismatico leader del sindacato Shawn Fain ha pesantemente criticato il gruppo automobilistico, accusandolo di non rispettare i patti sottoscritti nel 2023 e minacciando nuove azioni di sciopero. Dura la replica di Stellantis, secondo cui la denuncia di Fain sarebbe campata in aria.

UAW CONTRO STELLANTIS: A RISCHIO LA RIAPERTURA DI BELVIDERE

Il motivo del contendere è soprattutto la riapertura dello stabilimento Jeep di Belvidere in Illinois, per il quale peraltro Stellantis ha ricevuto dallo Stato americano un contributo di 334,7 milioni di dollari con l’obiettivo di convertire l’impianto di assemblaggio in un sito per la produzione di veicoli elettrici. Il recupero dell’impianto di Belvidere è uno dei nove progetti selezionati per un investimento di 1,7 miliardi di dollari dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, come parte dell’agenda Investing in America del Presidente Biden.

Ebbene, secondo Fain l’azienda starebbe ostacolando il ripristino dello stabilimento, venendo quindi meno agli accordi sottoscritti durante la fase di negoziazione sindacale: “Oggi, a un anno di distanza dal contratto sottoscritto nel 2023, Stellantis sta cercando di tirarsi indietro dagli accordi presi con i lavoratori“, ha detto il presidente del sindacato, “La nostra risposta è chiara: assolutamente no. Migliaia di membri della UAW hanno lottato e fatto sacrifici nei picchetti per ottenere un contratto migliore, e faremo di tutto per farlo rispettare, anche se significa tornare in sciopero. Ecco perché i rappresentanti sindacali della UAW in tutti gli stabilimenti Stellantis nel Paese stanno presentando reclami per violazione del contratto e si preparano ad agire, se necessario, per garantire che l’azienda mantenga le sue promesse e protegga i posti di lavoro dei lavoratori americani dell’automotive”.

LA RISPOSTA DI STELLANTIS: MANTERREMO GLI ACCORDI

A stretto giro di posta è giunta la risposta di Stellantis attraverso un comunicato nel quale si confermano i ritardi nella riapertura di Belvidere, ma si assicura il mantenimento di tutti gli impegni presi con l’UAW: “Per garantire la futura competitività e sostenibilità dell’azienda, necessarie per preservare i posti di lavoro nel settore manifatturiero statunitense, è fondamentale che il business case per tutti gli investimenti sia allineato alle condizioni di mercato e alla nostra capacità di soddisfare un’ampia gamma di richieste dei consumatori. Pertanto, Stellantis conferma di aver notificato all’UAW che i piani per Belvidere saranno ritardati, ma mantiene fermamente il suo impegno. Il nostro gruppo non ha violato gli impegni assunti nella lettera di investimento inclusa nel contratto di contrattazione collettiva del 2023 e si oppone fortemente alle accuse del sindacato. Inoltre il contratto consente espressamente a Stellantis di modificare gli investimenti sui prodotti e i livelli di occupazione. Di conseguenza un eventuale sciopero sarebbe illegittimo“.

Impianto Stellantis

LA CRISI DI STELLANTIS NEGLI USA

Le mosse di Stellantis si inseriscono in un contesto piuttosto cupo che vede un calo delle vendite del -21% negli USA, mercato principale del gruppo, nel secondo trimestre 2024, finendo per posizionarsi molto dietro i concorrenti. Inoltre, l’utile netto è sceso del -48% nel primo semestre, sebbene l’azienda sia rimasta ancora redditizia. La preoccupazione risulta poi amplificata da una serie di significative partenze di dirigenti e dai tagli di posti di lavoro, nonché dal progetto di eliminare un turno presso il Warren Truck Assembly a nord di Detroit. Ma mentre il CEO Tavares continua a lamentare difficoltà congiunturali, che valgono quindi per tutti, Shawn Fain ha risposto che il problema non è il mercato, dato che nello stesso periodo General Motors e Ford hanno aumentato le vendite, ma probabilmente lo stesso Tavares. Il cui compenso di 39,5 milioni di dollari nel 2023, ha detto il leader sindacale, appare del tutto ingiustificato visti i risultati.

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