Multe a più non posso nelle strisce blu. Ma così la legge non viene rispettata. Ecco i dettagli
Si stima che i Comuni incassino due miliardi di euro di multe stradali l'anno: a incidere parecchio ci sono i verbali per sosta irregolare sulle strisce blu. Ma tutte le aree di parcheggio a pagamento sono regolari? I dubbi sono numerosi. E si moltiplicano i ricorsi vincenti degli automobilisti. Di recente, il Giudice di pace di Como, con la sentenza 916/14, ha ritenuto illegittima la delibera dell'ente locale che dichiara tutta la città zona a particolare rilevanza urbanistica. Senza distinguere fra centro e periferia. Inoltre, il Comune è in difetto perché non riserva aree adeguate destinate a parcheggio libero nelle vicinanze delle strisce blu. La conseguenza di tale principio è che la multa elevata per la violazione delle regole sulla sosta tariffata è nulla perché il provvedimento in questione della Giunta risulta in contrasto con l'articolo 7, comma 8, del Codice della strada.
DOV'È IL GUAIO – Tutto nasce da un Codice della strada scritto male, e interpretabile in mille modi. Qualora il Comune assuma l'esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l'installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta. Tale obbligo non sussiste per le zone definite a “area pedonale” e “zona a traffico limitato”, e in altre zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla giunta nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico. Ecco il punto: molti Comuni sostengono che pure le periferie sono di particolare rilevanza urbanistica, e il gioco è fatto: le strisce blu sono regolari.
UN PRINCIPIO CALPESTATO – Secondo Marisa Marraffino, avvocato esperto anche in ricorsi, “il principio generale è che le strisce blu e le strisce bianche devono essere equamente ripartite. Esistono precise eccezioni a tale regola che sono le aree pedonali, le zone a traffico limitato e altre aree specificamente individuate dalla giunta, come le aree di pregio. Infatti, soltanto in queste aree la realizzazione di parcheggi a pagamento non presuppone che vengano garantiti contemporaneamente parcheggi gratuiti nelle immediate vicinanze (consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 5768 del 4 dicembre 2013). Quest'obbligo è previsto espressamente dalla legge (articolo 7 comma 8 Codice della strada). Sull'argomento è intervenuto di recente anche il ministero dei Trasporti: con circolare del 30 marzo 2012 numero 1712 aveva previsto che ‘nelle immediate vicinanze della sosta a pagamento devono esserci aree di parcheggio libere'. Ciononostante gli agenti continuano a irrogare verbali in queste aree”.
SECONDA QUESTIONE – Un altro problema riguarda le multe per chi sfora sulle strisce blu rispetto a quanto pagato col “Gratta e sosta” o col parchimetro. Tutto è nato a inizio marzo 2014: i Comuni vogliono far pagare una forte multa da Codice della strada, e Lupi sostiene che quelle multe sono illegittime. Dopodiché, c'è una riunione fra il ministro dell'Interno Angelino Alfano, il ministro dei Trasporti Lupi e il presidente dell'Anci (Associazione Comuni) Piero Fassino. In seguito a tale riunione, Lupi precisa che nell'incontro è stato confermato il parere dei ministeri: per chi sosta nelle strisce blu oltre il termine per cui ha pagato non viene elevata contravvenzione per divieto di sosta perché ciò non è previsto dal Codice della strada. “La regolamentazione della sosta – ha detto quindi Lupi – è materia di competenza comunale, per irrogare penali o sanzioni pecuniarie nei confronti di chi sosta oltre il termine per cui ha pagato il Comune deve emanare una specifica delibera. In assenza di tale delibera e quindi finché non verrà approntata non è possibile elevare multe per il caso in questione”. Risultato: gli enti locali fanno come prima. Come ricorda Marisa Marraffino: “I Comuni continuano a irrogare sanzioni per ticket scaduto, quando il Codice della strada non prevede alcuna sanzione per questi casi e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ribadito che le multe sono illegittime in quanto si dovrebbe far pagare soltanto le ulteriori somme dovute, maggiorate da eventuali penali stabilite dai regolamenti comunali. Eppure i cittadini in molti Comuni, compreso Milano, continuano a vedersi notificare verbali per ticket scaduto, dovendo proporre i ricorsi che poi vengono regolarmente accolti dai Giudici di pace (da ultimo sentenza Giudice di pace di Milano del 18 dicembre 2014, dottoressa Fornaciari)”.