Il fornitore di airbag coinvolto nel richiamo che ha provocato 10 morti e circa 100 feriti ha chiesto finanziamenti alle Case dopo il -9,8% in borsa
Le brutte notizie per Takata non finiscono più; i suoi airbag difettosi hanno ucciso un altro guidatore, il decimo, mentre era al volante di una vettura prodotta dalla Ford. Ciò significa che ci saranno altri richiami in vista, nonostante la situazione economica dell'Azienda giapponese risulti critica da tempo, così tanto che in Giappone il Costruttore di airbag sta pensando di chiedere aiuto ad alcune Case automobilistiche. Un quadro della situazione non proprio ideale, che non contribuisce neppure a far ritirare su il titolo in borsa, crollato del 9,8%; ecco in quale situazione si trova Takata.
ALTRI CINQUE MILIONI – Sembrava che la “corsa al richiamo” per Takata avesse rallentato la sua forza, invece il Costruttore giapponese di airbag dovrà affrontarne un'altra, di una portata considerevole, pari ad altri cinque milioni di veicoli fatti “rientrare” in Usa per colpa di airbag difettosi Takata. Lo ha comunicato la National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa, l'autorità Usa per la sicurezza stradale), dopo che la morte del guidatore di una vettura prodotta da Ford Motor (che porta ora a 10 il numero delle vittime del “caso Takata, mentre 100 sono stati i feriti) è stata attribuita a un airbag dell'Azienda nipponica. Le precedenti nove vittime guidavano tutte automobili Honda, mentre è bene ricordare che dei dieci incidenti mortali solo uno è avvenuto fuori dagli Usa, in Malaysia. Il conto è presto fatto, quello aggiornato racconta di 28 milioni il numero di veicoli richiamati in America. Tutto ciò chiaramente ha avuto per Takata delle forti ripercussioni anche in borsa (tra le tante spese, anche la multa da 70 milioni di dollari, leggi tutti i particolari) chiudendo con un crollo del 9,79% la seduta a Tokyo, con un deprezzamento del titolo (nei 12 mesi) superiore al 60%.
ALTRI COSTRUTTORI COINVOLTI – Nei 5 milioni di veicoli da richiamare negli Usa ci sono, per la prima volta, anche quelli a marchio Marcedes-Benz e Audi, mentre in precedenza tra i marchi tedeschi soltanto la Bmw era stata interessata dalla vicenda. Per il momento ancora non è chiaro quanti modelli Daimler e Audi siano coinvolti in questo richiamo, ma pare invece che anche Mazda rientri in questa ultima operazione di rientro (con 374 mila unità interessate; leggi tutti i dettagli). I Costruttori che fino a ora hanno avuto da Takata i problemi più grandi sono stati Honda e Toyota, poi a seguire rientrano nella questione anche moltissime automobili di Fca. La nuova campagna dovrà verificare che con l'esplosione improvvisa dei cuscinetti non si verifichi la fuoriuscita di frammenti di metallo in grado di ferire chi è a bordo. L'ultima notizia però che ha fatto scalpore è l'intenzione dei vertici di Takata di chiedere aiuto e sostegno economico alle Case automobilistiche; ecco quale scenario si sta creando tra l'Azienda nipponica e i Marchi coinvolti.
IPOTESI RIUNIONE CONGIUNTA – Si parla di ipotesi perché la rivelazione è stata fatta da una fonte molto vicina ai vertici Takata, che a sua volta però, attraverso il portavoce Toyohiro Hishikawa non ha né commentato, né smentito, né dato conferma della notizia. Lo stesso atteggiamento è stato tenuto dall'altra parte chiamata in gioco, ovvero dai Costruttori di automobili, molti dei quali si sono detti a conoscenza di questa volontà senza rivelarne i particolari, altri ancora, molto vagamente hanno dichiarato di non sapere e altri hanno preferito soffermarsi su altri problemi legati alla vicenda. Sostanzialmente pare che Takata, dopo anche l'ultimo crollo in borsa e il richiamo di altri 5 milioni di veicoli, si sia “rifatta i conti” e abbia iniziato, sondando il terreno, a cercare qualche Costruttore in grado di supportare il suo attuale e pessimo stato di salute, soprattutto economico, invitandoli in una riunione presso la propria sede. Nell'altra “fazione” sembra ci siano degli interessati, ma anche molti increduli per la proposta, che ad alcuni ha fatto “girar le scatole” fino a “scaricare” del tutto l'azienda giapponese specializzata nella produzione di airbag. Altra notizia è che Takata ha chiesto l'aiuto della “rivale” Daicel Corporation per trovare una soluzione a tutte le difficoltà avute negli ultimi tempi e per cercare anche da lei un sostegno economico (il tutto è stato confermato dal portavoce di Daicel Corporation, Masahiko Hirokawa).