Pagare il Taxi con il POS: la trasparenza diventa un'eccezione nel settore, tra dichiarazioni dei redditi e minacce ai colleghi
Riuscire a pagare una corsa in Taxi con il POS non sempre è semplice poiché, a meno di utilizzare una delle App di prenotazione Taxi dove anche la transazione è digitale, il tassista potrebbe chiedervi il pagamento solo in contanti. Un’inchiesta de Le Iene prova a spiegare perché succede, partendo dalle dichiarazioni dei redditi dei tassisti in diverse città e dall’esorbitante prezzo di vendita delle licenze. Nelle ultime settimane il POS sui Taxi ha spaccato il settore in due schieramenti, chi rifiuta il POS e chi invece è favorevole alla trasparenza. Tra questi ultimi c’è un tassista di Bologna che però sta pagando questa trasparenza con minacce e vessazioni da parte di lavoratori appartenenti alla sua stessa categoria.
IMPOSSIBILE PAGARE IL TAXI CON IL POS: LE SCUSE PIU’ FREQUENTI
Sia chiaro, non tutti i tassisti rifiutano il pagamento con il POS. Quando succede, il copione è grossomodo sempre lo stesso ed è più facile spuntarla con i clienti stranieri con famiglie, “perché fanno poche storie”, dichiara uno dei tassisti nel servizio de Le Iene. Alla richiesta di pagare con il POS, le strategie per spingere il cliente a pagare cash sono varie:
- chiedere un importo maggiore, soprattutto agli stranieri;
- dire che il POS è rotto o ha la batteria scarica;
- rifiutarsi di accettare la corsa;
- chiedere ai clienti di scendere perché ha già accettato un’altra corsa.
Questo non accade solo in Italia, ma anche all’estero, come racconta Luca La Mesa in un post su Linkedin. E pensare che il governo Meloni aveva provato anche a stabilire una soglia minima di 60 euro per i pagamenti con POS, poi bocciata. Ma perché molti tassisti sono contrari all’utilizzo del POS, se invece c’è uno schieramento che invece è favorevole? Un servizio de Le Iene ha analizzato alcune dichiarazioni dei redditi medie di tassisti in alcune città relative al 2020. E’ chiaro che si tratta di numeri influenzati dalla pandemia, ma come mostra il video del servizio, il problema della lobby dei Taxi si è manifestato più volte negli ultimi anni, prima contro la concorrenza di Uber, ora contro i loro stessi colleghi favorevoli al POS, di cui parliamo ai paragrafi successivi.
DICHIARAZIONI DEI REDDITI DEI TASSISTI IN ITALIA
Tornando ai redditi dei tassisti citati dall’inchiesta de Le Iene sarebbero stati dichiarati in media, secondo fonti governative nelle principali città d’Italia:
- 6240 euro a Roma;
- 11411 euro a Milano;
- 9642 euro a Bologna;
- 5238 euro a Firenze;
- 10890 euro a Napoli;
- 5804 euro a Palermo.
Secondo le dichiarazioni dei redditi medie pare quindi che fare il tassista sia un lavoro infruttuoso. Allora perché le licenze vengono vendute a cifre superiori a 100 mila euro se si guadagna così poco? E’ la riflessione dell’inviato de Le Iene. Che senso avrebbe investire in un lavoro faticoso che non permette di guadagna bene? Ogni dubbio è subito smentito dallo stesso venditore della licenza sui tempi in cui sarebbe riuscito a rientrare dei costi (dopo 3 anni), a comprare casa e anche una seconda licenza. L’importante – secondo il venditore raggiunto al telefono, è che “almeno 30 mila euro non devono figurare da nessuna parte. Tanto funziona così”. Ma poi come si rientra dell’investimento fatto? Dalle risposte di altri tassisti all’inviato in incognito, basta “farsi pagare in contanti e dichiarare una cifra congrua. I contanti te li metti in tasca tutti o quasi”.
Proprio oggi, #25aprile, annuncio la mia battaglia e dura resistenza contro una fetta della mia categoria/corporazione.
Lotto contro quel lembo marcio e fascista, egoista e NoPos, diffamatorio e razzista che mi circonda, che mi attacca e mi isola sempre di più. Bona lè.
⤵️— RobertoRedSox (@RobertoRedSox) April 25, 2023
LA LOTTA DEI TASSISTI SI-POS CONTRO I COLLEGHI NO-POS
Sarà per questo motivo allora che in molti casi i tassisti fanno storie quando un cliente chiede di pagare con carta di credito? Contro i tassisti NoPOS si è schierato proprio uno di loro, in rappresentanza di quelli favorevoli ai pagamenti elettronici. Roberto Mantovani, tassista di Bologna, ha deciso a partire dal 25 aprile 2023 di pubblicare sul suo account Twitter Roberto RedSox il resoconto giornaliero degli incassi alla fine di ogni turno. Sul suo profilo si legge quanto guadagna ogni giorno con tanto di importi separati tra contanti e POS. La sua presa di posizione però non è affatto piaciuta ai colleghi, al punto che avrebbe subito minacce personali scaturite poi nel danneggiamento del suo Taxi (pneumatici tagliati). Lui ha sporto denuncia, ma in molti commentano sui social. Pare che qualcuno, “a causa di questa trasparenza” abbia anche preso una sanzione da 10 mila euro in seguito a controlli fiscali, come emerge dai commenti su Twitter. Una delle domande, tra i commenti che fanno riflettere, è: “perché a uno che evade e si becca una multa da 10000 € non viene ritirata la licenza?”.