Tesla ha cambiato l'auto elettrica e ora vuole entrare nel fotovoltaico con SolarCity: l'idea è che chi guida elettrico è interessato alle rinnovabili
Il vulcanico Elon Musk ne ha fatta un'altra delle sue, annunciando un'offerta per comprare il colosso americano del fotovoltaico SolarCity, che ha molti clienti fra i cittadini e le aziende. Le affinità fra le aziende indubbiamente ci sono così come i dubbi sulla solidità dell'insieme che dovesse eventualmente crearsi.
NEL NOME DELL'ELETTRICO SolarCity si vanta di poter gestire l'intero processo della costruzione degli impianti fotovoltaici, residenziali e industriali, dalla richiesta dei permessi e il disbrigo della pratiche burocratiche fino all'installazione, al monitoraggio e alla manutenzione/riparazione degli impianti in esercizio. L'azienda garantisce la produzione di energia elettrica dei sistemi fotovoltaici che installa e li offre anche in noleggio e leasing oppure finanziandoli a rate. É per questa società che Tesla ha fatto un'offerta, affermando che comprare SolarCity “completerebbe il quadro di un trasporto sostenibile più accessibile e rinnovabile”. L'offerta di Tesla è uno scambio azionario con un concambio compreso entro una “forchetta” di 0,122 – 0,131 azioni ordinarie Tesla per ogni azione ordinaria di SolarCity” e varrebbe tra 2,5 e 3 miliardi di dollari. L'aggiunta dell'opzione della produzione di energia solare al portafoglio di Tesla ha certamente un senso. Molti guidatori/proprietari di auto elettriche sicuramente apprezzano la produzione fotovoltaica e il fatto di ricaricare uno storage Tesla Powerwall con energia rinnovabile prodotta dalla stessa società che costruisce l'auto a emissioni zero (la Model S potrebbe avere problemi con l'Autopilot) che guidano chiuderebbe bene un cerchio “filosofico”.
RAPPORTI CONSOLIDATI Nel comunicato stampa si legge, fra l'altro, che “è giunto il momento di completare il quadro. I clienti Tesla possono guidare automobili pulite e possono utilizzare le nostre batterie Powerwall (leggi di come Tesla abbia cancellato le Powerwall da 10 kWh) consumare energia in modo più efficiente ma hanno ancora bisogno di accedere alla fonte di energia più sostenibile che c'è: il Sole. Il team di SolarCity ha reso la propria azienda un riconosciuto leader del settore fotovoltaico nei mercati residenziali, commerciali e industriali, e hanno reso facile per i clienti passare alle energie rinnovabili, dando anche la migliore customer experience. Tesla ha sperimentato direttamente i servizi di SolarCity attraverso una partnership attiva in vari campi, compreso quello dell'utilizzo di batterie Tesla utilizza come parte dei progetti fotovoltaici di SolarCity”.
ROSE CON SPINE Ovviamente non è tutto così bello e lineare, a partire dai cambiamenti velocissimi dell'industria fotovoltaica che hanno messo in seria difficoltà SolarCity. Molti suoi clienti si trovano sul tetto un impianto costruito 5 anni fa a dei costi che sono un multiplo di quelli di oggi (anche i rendimenti sono peggiori rispetto a quelli odierni) e per il quale stanno pagando ancora le rate. Da fattore di valorizzazione l'impianto è diventato meno valido del tetto nudo sul quale chiunque oggi può comprare e installare moduli molto più efficienti ed economici. Il modello di business di SolarCity, insomma, è diventato obsoleto e sembra seguire la parabola dell'informatica: negli anni '70 regno di pochi eletti (sia fra i venditori sia fra i clienti), è arrivata nei negozi negli '80 per diventare un mass market dagli anni '90 in poi. È per questo che SolarCity ha deciso di virare verso la produzione, acquistando già nel 2014 il produttore di pannelli fotovoltaici ad alta efficienza Silevo: anche se i prezzi sono scesi questo non implica che l'industria dei moduli sia in crisi, anzi. La situazione dei due gruppi non è comunque molto flodira e l'unione delle società creerebbe un colosso dai piedi d'argilla, bisognoso di molti capitali freschi (il titolo Tesla vola ma la qualità percepita crolla). In realtà qualche analista trova delle stranezze nel modo nel quale accordo è stato annunciato, con una sorta di lettera aperta al posto di frasi del tipo “SolarCity ha accettato di essere acquisita da Tesla” oppure “Tesla e SolarCity annunciano di aver stipulato un accordo definitivo in base al quale Tesla acquisirà SolarCity”. Il fatto che si è avuta la notizia di un'offerta che dev'essere ancora approvata dal board di SolarCity potrebbe addirittura far pensare che entrambe le parti abbiano voluto testare la reazione all'annuncio lasciando aperta la porta ad un lasciar cadere l'accordo qualora le cose si mettessero male. L'ipotesi può spingersi fino a pensare che l'annuncio sia solo di facciata, per “punire” i venditori allo scoperto, che si dice Musk odi cordialmente. La notizia ha infatti scatenato vendite su Tesla, che ha ceduto il 12%, per una perdita di circa 4 miliardi di dollari, mentre SolarCity ha guadagnato molto (circa 2 miliardi) ma non abbastanza da compensare le perdite di Tesla: chi era allo scoperto ha sofferto molto. Dimenticavamo, i co-fondatori di SolarCity, Lyndon e Peter Rive, non sono soltanto fratelli ma anche cugini di Elon Musk: che siano affari di famiglia?