Musk dice che l'Autopilot di Tesla può essere migliorato con un aggiornamento software e le idee di Bosch e Mobileye: l'intervento sarà risolutivo?
Mala tempora currunt: questa frase di Cicerone, pronunciata circa 2.000 anni fa, si adatta ad una delle tecnologie più moderne dei nostri giorni: il sistema Autopilot di Tesla. Se pochi giorni addietro era Consumer Report a chiedere a Tesla di disabilitare l'Autopilot, qualche tempo prima era stata NHTSA ad aver aperto un'indagine (leggi perché Elon Musk non vuole disattivare l'Autopilot) per fare chiarezza sugli incidenti che sarebbero avvenuti durante la guida con il sistema inserito.
SED PEIORA PARANTUR… L'illustre oratore romano chiudeva così la sua frase, prevedendo tempi peggiori, e in affetti il sistema Tesla — ricordiamo che la piattaforma è in versione Beta ed è classificata di livello 2: è quindi ben lontana dalla piena autonomia – è stato “attenzionato” anche nel Vecchio Continente (leggi dell'inchiesta sulla sicurezza di Autopilot anche in Europa). In casa Tesla non ci si perde però d'animo e si annunciano novità che potrebbero colmare le lacune che il sistema ha dimostrato di avere. Mentre attendiamo il disvelamento della seconda parte del Master product plan di Tesla, scopriamo infatti che Elon Musk sta lavorando insieme ai suoi fornitori per migliorare il controverso “pilota automatico” delle Tesla.
I CINGUETTII RIVELATORI Scorrendo i Tweet dell'account personale di Musk, oltre alla notizia che sta ascoltando la colonna sonora di Gastby (sarà il film 'Il grande Gatsby'?) mentre lavora al Plan, possiamo infatti capire come si stia lavorando al radar delle auto con l'uso di temporal smoothing (un processamento dei dati) per creare una 'nuvola di punti' che rappresenti gli oggetti intorno all'auto, simile a quella creata dai LIDAR (radar che usano luce visibile invece di microonde), componenti usati, per esempio, dalle Google Car. Ma Musk dice di non volersi convertire al LIDAR: in un altro Tweet il CEO di Tesla scrive che il radar, a differenza del LIDAR, riesce a 'vedere' attraverso la pioggia, la nebbia, la neve e la polvere. Un altro cinguettio rafforza il concetto, citando compiaciuto che la lunghezza d'onda del radar Tesla, 3,9 millimetri, permette di avere sia una risoluzione decente sia una buona penetrazione nella pioggia (leggi come Google stia sperimentando nuovi test in salita e con la pioggia).
LIDAR IN VISTA? Il 17 luglio Musk parla di una telefonata con Bosch Global (il radar è Bosch): la chiamata è riferita essere promettente dal punto di vista di un miglioramento di Autopilot via software. Dello stesso giorno è un Tweet nel quale parla del supporto che sta avendo da Bosch e MobilEye (il fornitore della videocamera), invitando a criticare eventualmente solo tesla e non i suoi fornitori. In altri Tweet parla di una sorta di sondaggio, condotto fra i proprietari delle Tesla e nel quale si era chiesto se volevano che Autopilot fosse disattivato. Il risultato, come puntualizzato dallo stesso Musk, è stato “0,0%, non 0,1%”. A ieri risale invece un Tweet che riferisce come si stesse lavorando alla Model 3 e all'Autopilot. Molti costruttori usano il LIDAR e una lancia in suo favore è stata spezzata da Stefan Sommer, CEO del grande fornitore ZF: “Per la guida autonoma si avrà bisogno di tre tecnologie principali: elaborazione delle immagini delle videocamere, radar a raggio breve e lungo e LIDAR”. Nessun cenno dei sensori ad ultrasuoni usati da Tesla mentre nel tragico incidente mortale ad essere salito sul banco degli imputati è stato proprio il radar. Sarà per questo che una Model S con il LIDAR è stata avvistata a Palo Alto, vicino al quartier generale di Tesla? Chissà se sarebbe possibile montarlo in retrofit…