
Tesla Motors dividerebbe gli investimenti con Jinqiao Group per produrre le auto in Cina: operazione più grande del parco di Walt Disney
Per la commercializzazione delle proprie vetture in Cina Tesla starebbe pensando di chiudere un accordo con qualche realtà locale, per ovviare non solo ai dazi doganali ma per riuscire a creare una base operativa completamente autonoma sul territorio del Sol Levante.
IL PROGETTO Tesla avrebbe in programma, secondo alcune persone informate sui fatti ed informazioni riportate dai colleghi di Bloomberg, di costruire una propria base operativa completa in Cina. In gioco ci sarebbe un investimento da circa 9 miliardi di dollari (il parco Walt Disney ne avrebbe richiesti 5.5), probabilmente per la costruzione non solo di una nuova gigafabbrica, ma anche di una rete nazionale di vendita così come di una rete di colonnine di ricarica veloce sulle strade. A questi si affiancherebbe anche un centro di ricerca e sviluppo dedicato, così da creare una sede di sviluppo parallela che renda il network del brand di Palo Alto più completo.
I BENEFICI Per Tesla l'apertura verso un mercato come la Cina potrebbe essere un grande passo avanti verso l'espansione a livello globale, poiché al momento la rete di vendita non è propriamente capillare. Una eventuale linea di produzione in loco avrebbe il duplice beneficio non solo di poter offrire auto ad un costo inferiore, poiché verrebbero bypassate eventuali tasse di importazione che creerebbero problemi alle vendite, ma anche di scaricare la gigafabbrica americana di una parte della produzione (leggi della Gigafactory di Tesla che apre nuovamente il 29 Luglio). A questo si aggiunge la possibilità di creare nuovi posti di lavoro e quindi ottenere al meglio il consenso da parte dello stesso governo cinese, che potrebbe dimostrarsi ancora più incline a chiudere l'accordo.
I COMPETITORS Fonti che hanno preferito rimanere anonime, a detta di Bloomberg, hanno dichiarato che Tesla e Jinqiao Group avrebbero sottoscritto un accordo non vincolante per la creazione di una base all'interno della municipalità di Shangai, considerando che il Gruppo cinese è di proprietà del governo stesso: potrebbe investire la metà della quota complessiva, anche se la maggior parte verrebbe “pagata” mettendo terreni edificabili a disposizione. Se non dovessero trovare accordi nella città di Shangai, comunque, non mancano altre città che già starebbero cercando di accaparrarsi questo sostanzioso investimento americano, Suzhou e Hefei in primis.