Svanito il clamore del boom di ordini, Musk ammette che, nonostante il progetto ben realizzato, sarà impossibile produrre la Model 3 nel 2017
La Tesla Model 3 è stata sicuramente uno dei fenomeni più chiacchierati degli ultimi mesi, gli annunci clamorosi, il prezzo allettante e il boom dei pre-ordini hanno fornito non pochi spunti di discussione e fatto conoscere anche all'uomo della strada la realtà dell'azienda californiana. Ma i nodi prima o poi arrivano al pettine ed Elon Musk ha dovuto svelare le carte sul reale andamento del progetto.
L'ESPLOSIVO FENOMENO MODEL 3 Presentata durante un evento multimediale lo scorso 1 aprile la Tesla Model 3 fece scalpore per i contenuti proposti, per le prestazioni, per l'autonomia prossima a 350 chilometri e, soprattutto, per il prezzo d'attacco di 35.000 dollari (leggi il lancio della Model 3). Una volta aperte le prenotazioni abbiamo assistito a una euforica e frenetica corsa dei nuovi potenziali clienti Tesla, i quali, a fronte del versamento di appena 1.000 dollari, hanno ottenuto un posto in lista d'attesa per la nuova auto. In pochi settimane l'azienda californiana ha raccolto 400.000 pre-ordini ed Elon Musk ha platealmente dichiarato che a partire dal 1 luglio 2017 sarebbe iniziata la produzione.
INCERTEZZE FINANZIARIE MA SI RILANCIA SEMPRE Proprio la produzione rappresenta uno dei principali problemi da risolvere, nonostante la Model 3 sia stata concepita per essere assemblata in maniera più snella e rapida rispetto alle Model S e Model X, la capacità produttiva dello stabilimento di Fremont è ancora troppo bassa, attestandosi intorno a 60.000 vetture l'anno. Con questi ritmi i tempi di attesa di chi ha prenotato una Model 3 saranno biblici e il rischio di vedere annullare tante prenotazioni, con i relativi rimborsi dell'acconto, è tangibile. Musk però, nonostante aver comunicato agli azionisti l'incremento delle perdite nette nel primo trimestre, gioca al rialzo dichiarando di volere anticipare il target di 500.000 vetture prodotte già nel 2018, obiettivo precedentemente fissato per il 2020 (Leggi la Model 3 potrebbe assorbire la produzione mondiale di batterie).
SPINGERE SULLA PRODUZIONE IN UE E CINA Lo stabilimento di Fremont, nei piani del costruttore, entro il 2016 dovrebbe raggiungere la capacità produttiva di 90-100.000 unità, Musk ha prospettato agli investitori la necessità di effettuare nuove e consistenti iniezioni di capitali per potenziare ulteriormente gli impianti esistenti e fondare nuovi stabilimenti in Europa e in Cina per poter raggiungere il nuovo obiettivo e ottimizzare la distribuzione internazionale dei modelli Tesla. Il visionario ed eccentrico deve comunque fare i conti anche con le defezioni che stanno susseguendosi nel suo management; altri due personaggi chiave, legati alla produzione, hanno deciso di abbandonare Tesla causando uno scivolone del 4.2% del titolo in Borsa. Inoltre, per ammissione dello stesso Musk, i piani della produzione dipendono da fornitori e logistica, anche un solo ingranaggio fuori posto può far saltare tutti i buoni propositi. Chi la spunterà alla fine? Il genio sconfinato di Musk o gli scettici come Marchionne, il quale ha recentemente dichiarato “bisogna prima costruirle le auto per potere poi avere un profitto” (Leggi Marchionne critico sul boom della Model 3).