Brividi freddi per i brand tedeschi che hanno impiantato stabilimenti produttivi in Messico, l'annunciata politica protezionista di Trump fa già paura
La tornata elettorale per l'elezione del 45° Presidente degli Stati Uniti si è da poco conclusa e Donald Trump sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca. L'esito delle presidenziali americane ha scatenato reazioni colorite sui social network e sono migliaia le vignette e i motti satirici; meno ironica è la reazione dei costruttori d'auto tedeschi i quali reagiscono all'elezione di Trump mostrando seria preoccupazione per il proprio futuro nel mercato nordamericano. Tra le principali “minacce” la tassazione delle auto importate dal Messico, fino ad oggi Eldorado dei produttori europei.
SALVAGUARDIA PER L'INDUSTRIA USA Il prossimo 20 gennaio Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca e inizierà ad attuare il programma che ha con veemenza caldeggiato durante la campagna elettorale. L'imperativo del neo Presidente è di restituire all'America la sua grandezza, ambizioso proposito che passa per inevitabilmente per una pesante azione sull'industria e sulla manifattura statunitense (Leggi quanto ha contato l'industria dell'auto nei programmi elettorali USA). Trump intende intraprendere una politica di protezionismo favorendo i produttori americani a scapito di quelli stranieri, ostacolando anche la delocalizzazione degli impianti produttivi di brand americani in paesi emergenti.
METTERE FINE ALL'ELDORADO MESSICANO La questione messicana sarà uno degli argomenti cruciali della politica di Donald Trump e quella che avrà maggiori ripercussioni sull'industria automobilistica. Molti costruttori europei hanno investito in Messico, attratti dalla manodopera a basso costo e dalla mancanza di dazi per l'esportazione, impiantando stabilimenti dalle grandi capacità produttive (Sapevi che BMW ha aperto in Messico la fabbrica più ecologica al Mondo?). Questo paradiso potrebbe presto trasformarsi in un inferno, tra i propositi di Trump rientra la tassazione delle auto importate dal Messico e si parla di una percentuale del 35%. La penalizzazione per i produttori sarebbe notevole e i grassi margini ottenuti fino ad oggi finirebbero per essere fortemente assottigliati. Su questa prospettiva si è espressa la VDA, l'associazione federale dell'industria automobilistica tedesca: “Suscita preoccupazione come gli Stati Uniti con il nuovo Presidente, proprio come accade in Cina, possano concentrarsi sulle proprie economie interne, a scapito dei flussi commerciali internazionali e delle relazioni”.
EPA A RISCHIO SMEMBRAMENTO Altro proposito belligerante del neoeletto Presidente è quello di smembrare letteralmente l'Environmental Protection Agency, l'agenzia sicuramente meglio nota come EPA la quale ha portato alla luce lo scandalo delle emissioni inquinanti Volkswagen. Per Trump l'agenzia costa troppo, 590 miliardi di dollari, e va ridimensionata, smantellandola e lasciando in attività soltanto alcune sue porzioni e funzioni. Il budget risparmiato con questa iniziativa è destinato a finanziare il taglio delle tasse in favore delle aziende americane. Rimane ad oggi un'incognita l'atteggiamento del nuovo Presidente nei confronti della mobilità elettrica e della guida autonoma, tematiche sensibili, supportate e finanziate dalla precedente amministrazione Obama (Leggi del finanziamento di 4 miliardi da Obama per la guida autonoma).