Tangenti e favori per annullare le multe dell'autovelox di Tursi, ecco come è stata scoperta la truffa orchestrata dal Comandante della Polizia
La truffa dell'Autovelox fisso nel comune di Tursi è stata scoperta dalla Squadra Mobile della Questura di Matera quasi per caso, dopo l'avio di un'inchiesta che ha portato all'operazione Velomatic. La Polizia di Stato ha smantellato il giro di affari messo su dal Comandante della Polizia locale di Tursi e dal titolare dell'impresa che forniva l'autovelox al Comune. Sai che in Francia è legale nascondere gli autovelox? Approfondisci qui . E' stata la denuncia per una BMW incendiata – presumibilmente a scopo intimidatorio – a far partire la macchina investigativa della Polizia Giudiziaria che dopo una serie di intercettazioni ha scoperto l'esistenza di listino prezzi a tutti gli effetti, tra i bonus che entravano nelle tasche del Comandante, percentuali per ogni multa comminata agli automobilisti con l'Autovelox in questione, presunte tangenti per annullare le multe e fino anche a favori personali al capo del raggiro ai danni di automobilisti e Comune. Ecco come è andata.
LA TELEFONATA IMPRUDENTE L'inchiesta della Polizia, articolata in due distinte operazioni che hanno portato all'arresto di 5 persone a vario titolo per la truffa dell'autovelox di Tursi sarebbe iniziata in seguito all'incendio doloso della BMW di un dipendente dell'ufficio tecnico del Comune. Quella che sembrava un'azione intimidatoria a tutti gli effetti ha spinto la Questura di Matera a mettere sotto controllo proprio i telefoni di alcuni dipendenti del Comune. E infatti è stata una telefonata tra il Comandante della Polizia locale di Tursi – Giovanni Sanchirico – , come riporta Tirreno News, e un agente di polizia municipale, la chiave di svolta delle indagini.
5 MILA EURO NELLE TASCHE DEL COMANDANTE Il Comandante Sanchirico avrebbe spiegato al telefono ad una vigilessa del Comune di Scanzano il funzionamento della truffa dell'autovelox e come in accordo con l'impresa Beta Professional Consulting srl – che forniva lo strumento – poter ottenere favori e bonus in denaro attraverso le multe agli automobilisti. Secondo gli investigatori il Comandante avrebbe incassato almeno 5 mila euro grazie a questo sistema accordato tra il Comandante e l'imprenditore Ottavo Chiappetta, titolare dell'impresa. Guarda anche qui la testimonianza di un ex dipendente sull'installazione di Autovelox e Tutor illegali.
1 EURO PER ANNULLARE LE MULTE Il sistema di pagamenti prevedeva – da quanto sarebbe emerso dalle indagini – un versamento di 391 euro per ogni autovelox, che l'imprenditore versava al Comandante della Polizia Locale, quale “tangente” corrisposta a fronte di un numero di multe tra 13 mila e 15 mila nel periodo osservato dagli investigatori. Ma ci sarebbe stata anche la richiesta del pagamento di 1 euro ad ogni automobilista multato che si presentava al Comando di polizia chiedendo l'annullamento del verbale oppure la richiesta di favori personali come il trasporto di legna presso l'abitazione del Comandante. Una pratica scandalosa che ha portato all'arresto di 5 persone tra i 17 indagati, oltre al Comandante e all'imprenditore, della compagna dell'agente di polizia alla quale era intestato il conto corrente su cui il Comandante riceveva i bonifici-premio. Una notizia che rischia di rafforzare ulteriormente l'idea negli automobilisti che gli autovelox siano usati solo per fare cassa, e purtroppo in molti Comuni è così, ma per fortuna la giustizia ordinaria qualche volta la spunta e scarta le mele marce.