Uber France: poliziotti speciali braccano gli NCC e parte la contro protesta

Uber France: poliziotti speciali braccano gli NCC e parte la contro protesta Per calmare i tassisti francesi il Governo ha sguinzagliato un'unità speciale della Polizia al seguito delle auto di Uber

Per calmare i tassisti francesi il Governo ha sguinzagliato un'unità speciale della Polizia al seguito delle auto di Uber, ma la Startup non ci sta

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10 Febbraio 2016 - 04:02

Circa due settimane fa i tassisti francesi presero il possesso delle strade parigine e di altre città per protestare contro l'operato degli autisti di Uber, che tra l'altro, sempre in Francia, è stata anche condannata a pagare una multa da 1,2 milioni di Euro. In questi giorni però Uber si è riorganizzata e ha preparato una contro protesta, pacifica rispetto a quella inscenata dall'UNT (l'Unione Nazionale dei tassisti francesi). Ecco tutti i dettagli di una “battaglia” che si prospetta ancora molto lunga.

LA VOLTA DI UBER – Unt e autisti di Uber se ne “stanno dando di santa ragione” (leggi qui i particolari della rivolta dei tassisti francesi); verrebbe da dire proprio così, considerato tutto quello che queste due “fazioni” stanno scatenando non solo in Francia, ma un po' in tutto il mondo, almeno dove Uber presta servizio, dando così fastidio ai tassisti “riconosciuti” ufficialmente. Così dopo i giorni aspri e violenti di protesta organizzati dalla Unt, Uber e i Vtc (i nostri Ncc, per capire meglio la questione) hanno messo in scena una protesta silenziosa, pacifica  e itinerante: si sono impossessati delle strade, senza nessuna rappresaglia, marciando lentamente da Montparnasse e giungendo fino all'esplanade des Invalides, nel cuore del settimo arrondissement della capitale francese. La partecipazione ha visto la presenza di migliaia di dipendenti dei servizi  simili a Uber che dalle 11:00 fino alle 15:00, in giorni diversi, hanno bloccato il servizio per manifestare contro il Governo francese che, dicono, li ha “sacrificati sull'altare della pace sociale”.

E CONTRO LA POLIZIA – Il Governo francese alla fine di gennaio e durante la “sommossa” organizzata dalla Unt, aveva annunciato una serie di misure volte a rafforzare i controlli sulle berline nere della compagnia californiana e degli altri servizi che offrono passaggi tramite app (soprattutto però contro chi lavora oltrepassando la funzione dell'app stessa e non rispettando le regole dell'organizzazione), e ha nominato un mediatore incaricato di trovare una soluzione alla vicenda, il prima possibile. Nel mirino del premier Valls ci sono le società che forniscono servizi di conducente a noleggio possedendo però licenze per “vetture di turismo” (Loti). Anche tra gli esponenti governativi c'è però del contrasto, perché ad esempio il giovane Ministro dell'Economia, Macron, è a favore di una certa “uberizzazione” del trasporto francese. Ad ogni modo, in questi giorni il segretario di Stato per i Trasporti, Alain Vidalies, ha inviato una lettera di messa in mora a una ventina di queste realtà, tra cui Uber (leggi qui quanto vale!), SnapCar e Chauffeur-Privé, per ricordare loro che le licenze Loti si applicano esclusivamente ai trasporti collettivi, con almeno dieci persone alla volta, e non ai trasporti privati. I provvedimenti hanno messo in azione anche un reparto speciale della Polizia, preposta al controllo “spietato” di Uber e compagnia.

UN LUTTO ANNUNCIATO – A rappresentare la nuova forma di protesta di Uber e di tutte le organizzazioni simili, è Joseph François, Presidente dell'Alternative mobilité transport (Amt), associazione che raggruppa una decina di società Loti, per le quali lavorano circa mille dipendenti. In molti hanno chiesto quale messaggio c'è dietro la marcia silenziosa messa in scena come contro protesta; ebbene, lo stesso Joseph François ha spiegato che il tutto rappresenta “un lutto. Vista la situazione, siamo in lutto”.  Altre voci amiche del movimento hanno espresso il loro parere in merito: “stimiamo che siano circa diecimila le persone che lavorano in Francia nel trasporto delle persone e oggi stiamo per dirgli che non hanno più il diritto di utilizzare le piattaforme di cui si servono da tempo”, ha dichiarato Pierre-Dimitri Gore-Coty, Direttore generale di Uber per l'area Emea (Europa, Africa e Medio oriente). Bertrand Altmayer, co-fondatore della piattaforma Marcel ha invece dichiarato che “ci sono molti autisti che hanno famiglie e usano queste licenze di cui verranno privati all'improvviso”. La guerra tra Unt e Uber non è ancora finita.

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