Uber stellare: vale oltre 60 miliardi di dollari

Uber stellare: vale oltre 60 miliardi di dollari L'app californiana

L'app californiana, famosa per il suo car sharing alternativo, fa soldi in 80 Paesi nel mondo. Con potenzialità enormi

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9 Dicembre 2015 - 10:12

Fortissimamente Uber. L'app californiana che propone il car sharing alternativo, le berline nere con conducente, vale oltre 60 miliardi di dollari, secondo quanto riporta Business Insider. Infatti, la startup di San Francisco apre un nuovo round di raccolta di finanziamenti che ne porterà la valutazione oltre quella somma. Uber va a caccia di nuovi investitori, o di un nuovo impegno da investitori esistenti, come SicurAUTO.it aveva anticipato qui.

L'APP VOLA – Una valutazione, evidenzia corrierecomunicazioni.it, di più di 60 miliardi di dollari significa che Uber ha superato molte grandi aziende quotate americane, tra cui Ford (55,4 miliardi di dollari) e GM (55,1 miliardi), ma anche colossi dei media come Fox (58,5 miliardi) e Time Warner Cable (55,3 miliardi) e Internet companies come Netflix (54,2 miliardi), PayPal (41,8 miliardi) e eBay (34,3 miliardi), come indica Statistica. Ovviamente, un conto è la valutazione di Uber e un altro è quanto fattura: a ora, solo una frazione di quanto fatturano i colossi con cui viene confrontata. Le entrate nette di Uber attese per quest'anno sono infatti di circa 2 miliardi di dollari, mentre eBay, per citare un caso di enorme successo, ha fatturato 18 miliardi di dollari nel 2014, e Time Warner 23 miliardi. E allora, che cosa attrae gl'investitori? Il fatto che Uber ha potenzialità immense. Si calcola infatti che Uber realizzi un fatturato annuale complessivo di 10 miliardi di dollari; poiché trattiene il 20% da ogni transazione, quest'anno dovrebbe incassare 2 miliardi. 

DOVE NEL MONDO – Oggi, il grosso del guadagno è prodotto nelle 10 città maggiori in cui Uber è presente, come San Francisco e New York, ma poiché la taxi app opera in oltre 140 città del mondo, è possibile che le cose migliorino ulteriormente, così come la sua valutazione. Stando a Business Insider, le “revenues” (i ricavi) di Uber cresceranno del 300% l'anno prossimo e l'azienda si quoterà in borsa tra qualche anno con una valutazione compresa tra 50 e 100 miliardi di dollari. In più, il “pallino” per la guida autonoma consentirà a Uber di crescere ulteriormente.

APPELLO AL PARLAMENTO – Intanto, l'amministratore delegato di Uber Carlo Tursi, in audizione sul ddl Concorrenza in commissione Industria al Senato, ha illustrato le potenzialità del mercato e ha lanciato un appello affinché il Parlamento emani presto nuove norme per regolare l'attività di Ncc e taxi: “A fronte degli evidenti benefici per gli utenti dall'arrivo in Italia di Uber, riteniamo necessaria una regolamentazione per creare un quadro normativo che stabilisca degli standard qualitativi che potrà creare nuovi posti di lavoro”. Così L'ad della società ha presentato ai parlamentari un report sull'attività svolta finora e un'analisi che prospetta “un'effettiva utilità per l'economia e l'evoluzione in mobilità dei cittadini, aumentando la domanda con una ricaduta positiva per tutti gli operatori del trasporto”. Tursi ha fatto presente che attualmente Uber in Italia è presente a Roma, Milano e Firenze (dove, ricordiamolo, è in atto la “guerra” coi taxi). Nelle prime due città il servizio è attivo da due anni, strutturando una piattaforma con centinaia di operatori di noleggio con conducente, poco sotto il migliaio. E il mercato potrebbe espandersi ulteriormente, ha insistito l'ad di Uber presentando in Commissione stime che parlano di 50.000 offerte lavorative possibili in 2-3 anni. “Auspichiamo che sulla nostra piattaforma – ha aggiunto Tursi – possano accedere in futuro anche i taxi in Italia. Possiamo apportare tanti più benefici quanto più concorrenziale e aperto è il mercato in cui ci troviamo a operare”.

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