Viadotto crollato in Sicilia: lo ricostruirà l'impresa

Viadotto crollato in Sicilia: lo ricostruirà l'impresa Mea culpa del costruttore in tempi record. Assunzione di responsabilità o necessità di spegnere i riflettori sulla vicenda?

Mea culpa del costruttore in tempi record. Assunzione di responsabilità o necessità di spegnere i riflettori sulla vicenda?

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9 Gennaio 2015 - 09:01

Sorpresa: il costruttore si assume ogni responsabilità per il crollo del viadotto in Sicilia. Lo ricostruirà a proprie spese. I tecnici della Bolognetta scpa, la ditta che sta seguendo i lavori di ammodernamento di 34 chilometri della statale Palermo-Agrigento, interessata da uno smottamento sulla variante Scorciavacche, hanno individuato la causa nel cedimento del terreno naturale sottostante.

DUE MESI DI LAVORI – La società annuncia che eseguirà a sue spese tutti i lavori necessari per il ripristino dell'opera denneggiata: richiederanno due mesi e partiranno immediatamente dopo il dissequestro dell'area da parte dell'autorità giudiziaria. Il completamento del tratto Bolognetta-Lercara Friddi è previsto nel 2017. Secondo quanto ricostruisce la ditta, il 23 dicembre ha messo a disposizione del committente un tratto parziale di 1,3 chilometri, in località Scorciavacche, per l'apertura al traffico. A seguito del rilevamento di alcune fessure nel manto stradale realizzato sopra un terrapieno, il 30 dicembre è stata disposta la chiusura della tratta interessata, riportando il traffico sul tracciato precedente. Nei giorni successivi si è registrato un consistente abbassamento su un tratto di 30 metri dello stesso terrapieno. Abbassamento che secondo i tecnici della Bolognetta è legato proprio a un cedimento del terreno sottostante.

IN LINEA CON L'ANAS – Sono parole, quella della società, in linea con quanto aveva già detto l'Anas: “Il 30 dicembre il personale tecnico Anas intervenuto sul posto, avendo accertato un avvallamento del piano stradale, decise di procedere in via cautelativa e preventiva alla chiusura della strada tra il km 226,040 e il km 227,040, in località Mezzojuso, in provincia di Palermo, ripristinando la deviazione sulla SP 55 bis”. “Nel pomeriggio del 30 dicembre, sulla base di quanto accertato dai tecnici della società – ha dichiarato il Presidente dell'Anas, Pietro Ciucci – e tenuto conto del possibile evolversi del movimento del corpo stradale che avrebbe potuto determinare il collasso del rilevato, ho immediatamente disposto la chiusura preventiva e cautelare della variante. Ciò ha evitato ogni eventuale rischio per gli utenti”. Quindi, massima omogeneità fra ditta e Anas ne gestire il dopo-crollo.

QUANTA FRETTA! – Ma perché il mea culpa del costruttore è avvenuto in tempi record? Si tratta di una chiara assunzione di responsabilità oppure c'è la necessità di spegnere i riflettori sulla vicenda? Quel crollo ha causato un'eco clamorosa: un viadotto rimasto in piedi una decina di giorni, con quelle foto da brividi che hanno fatto “bella mostra” di sé su una marea di siti Internet. Forse, serve davvero il silenziatore rapido e indolore, per evitare che della cosa si vada a parlare troppo a lungo e che si facciano ipotesi inquietanti. Intanto, va registrato un duro attacco da parte di Donatella D'Angelo, architetto, esperta di beni culturali. Che dal fattoquotidiano.it mena fendenti, a proposito degli appalti: “Mentre poi pochi fortunati partecipano a gare ristrettissime e su invito, una fascia più ampia tenta la sorte come al super enalotto, cercando di mantenersi a galla, pagando tasse, cauzioni, fideiussioni, assicurazioni e offrendo alla fine ribassi inverecondi sino all'80% per aggiudicarsi il bando. Sino a quando le leggi non privilegeranno il criterio dell'etica, della qualità progettuale e non del fatturato dello studio e poi dell'offerta al massimo ribasso, molti errori e molti disastri ricadranno ancora sul Bel Paese devastando ancor più il territorio e la sua bellezza”.

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