Vivavoce Bluetooth in auto: la sicurezza è un optional caro

Vivavoce Bluetooth in auto: la sicurezza è un optional caro Molti incidenti accadono per la distrazione da telefonino ma le Case si ostinano a non inserire i vivavoce Bluetooth fra le dotazioni di serie

Molti incidenti accadono per la distrazione da telefonino ma le Case si ostinano a non inserire i vivavoce Bluetooth fra le dotazioni di serie

16 Aprile 2015 - 01:04

Una ricerca condotta da Dat-Italia evidenzia una preoccupante lacuna nelle dotazioni di sicurezza delle auto: il vivavoce Bluetooth si paga spesso come optional, anche in auto costose.

PIÙ VIVAVOCE = PIÙ SICUREZZA – Se la questione non mettesse in ballo la sicurezza si potrebbe fare dell'ironia: la headline del My Special Car Show è “Dove niente è di serie” e una ricerca da loro commissionata ha evidenziato come il Bluetooth sia “Per niente di serie”! Chiariamo la materia del contendere: Bluetooth è un sistema di comunicazione radio piuttosto versatile a corto raggio. La portata massima del link è infatti di qualche decina di metri in aria libera: non è molto – questo limita il consumo, rendendo il sistema estremamente “mobile” – ma è più che sufficiente per molti scopi. Via Bluetooth possono viaggiare dati, musica e voce e uno dei suoi principali campi di applicazione – il vivavoce senza fili – sfrutta un paio di queste possibilità. Per suo tramite possiamo infatti non soltanto ascoltare il nostro interlocutore e parlargli ma anche accettare o rifiutare una chiamata, silenziarla, trasferire la rubrica del cellulare, tutte applicazioni che implicano trasmissione di dati. Il vivavoce Bluetooth, come quelli che abbiamo testato, è molto comodo: si entra nell'automobile con il cellulare in tasca o nella borsa e, dopo pochi istanti, il sistema è pronto a ricevere e fare chiamate, con il vantaggio di un audio molto intellegibile perché diffuso dall'impianto audio dell'auto. La distrazione è ridotta, anche perché si può interagire via display dell'auto o con i comandi vocali, e questa soluzione sembra quindi benefica, anche perché i numeri parlano chiaro: il 20,1% degli incidenti stradali (fonte Aci-Istat) è causato proprio dall'uso del telefonino in auto, che batte ebbrezza e velocità.

NON È UN GADGET INUTILE, EPPURE MANCA – Naturalmente esistono accessori che lo possono sostituire, come quei dispositivi all-in-one da inserire nella presa dell'accendisigari o da agganciare all'aletta parasole, ma esaminandoli meglio lo sconcerto aumenta. Un modello di primaria marca e di fascia media costa poche decine di euro e stiamo parlando di vendita al dettaglio di un dispositivo che comprende una scocca esterna, il chip Bluetooth, una batteria, un piccolo amplificatore, un microfono ed un altoparlante. Quanto può costare, su scala industriale, aggiungere il chip ed il microfono (grossomodo sono questi i componenti che mancano) all'impianto audio di serie? Eppure anche nelle superaccessoriate auto dei giorni nostri spesso il vivavoce Bluetooth manca o è a pagamento, magari inserito in “pacchetti” di accessori. I dati che Dat-Italia, azienda di ricerca attiva anche nell'elaborazione dei dati dei listini parlano chiaro.

MI COSTI, MA QUANTO? – Per lo studio sono stati analizzati tutti i modelli in vendita in Italia e sono stati presi in considerazione i prezzi minimi IVA inclusa del sistema o dei pack che comprendono il sistema Bluetooth modello per modello, versione per versione. Il risultato lascia perplessi: è molto facile dover pagare, centinaia di euro (490 euro per le Peugeot 208 e 2008), questo “accessorio” (si fa fatica a considerare tale un elemento così importante per la sicurezza), anche su auto di un certo pregio oppure dover salire di allestimento per poterlo avere. Un esempio: andiamo nel configuratore di Land Rover e vediamo la pluripremiata e acclamata Evoque: Bluetooth di serie, anche con streaming audio, in tutte le versioni di una vettura che appare quindi virtuosa. Il discorso è diverso per la Freelander 2, che ha il Bluetooth di serie (non esiste in optional) solo a partire dalla versione SE, che costa circa 3.000 euro in più rispetto alla S a parità di motore, ed il discorso è simile per la Discovery, che ce l'ha a partire dalla versione SE (da 53.000 euro in su). In effetti, almeno per questo Marchio, sembra che per i modelli meno recenti occorra salire nel livello degli allestimenti per avere il Bluetooth di serie: che sia una questione di impianti elettrici, modifiche nei quali sono “sostenibili” solo per le versioni più care? In ogni caso Dat-Italia reputa più virtuosi, nel senso che inseriscono il Bluetooth di serie in gran parte della gamma, questi Marchi: Abarth, Alfa Romeo, Dacia, Hyundai, Infiniti, Jaguar, Jeep, Kia, Lexus, Lotus, Maserati, Mazda, Mitsubishi Ssangyong, Subaru e Toyota.

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