
Il servizio Volkswagen Moia per la mobilità è un carsharing digitale e intelligente creato per le città. Il gruppo VW ci conta per un nuovo slancio
L'automotive sta cambiando profondamente perché gli automobilisti si stanno evolvendo o i guidatori si trasformano perché le Case rivoluzionano la loro offerta? Come i famosi uovo e gallina, capire chi nasce prima è difficile, anche se probabilmente i Costruttori hanno intercettato correttamente la differente predisposizione dei più giovani verso le automobili. Sembra infatti che i millennials non considerino più come primario il possesso dell'auto ma vedano più di buon occhio i “servizi di mobilità” in senso esteso. Ecco perché anche un Gruppo automobilistico “tradizionale” come Volkswagen ha deciso di entrare nel carsharing, creando Moia e riponendo in esso molte aspettative.
FACCIAMO LE AUTO, DAREMO I SERVIZI La notizia, non inaspettata viste le tendenze attuali ma comunque importante, è semplice da enunciare quanto ricca di implicazioni: Volkswagen ha creato una nuova divisione di business digitale con lo scopo di fornire ai clienti servizi di carsharing. L'esempio di Lyft, Uber e altri, compresi diversi Costruttori di tipo tradizionale, ha convinto anche il Gruppo VW, che ha deciso di creare Moia. Al di là delle battute sul fatto che un carsharing debba avere sempre un nome di 4 lettere, rimane il fatto che Volkswagen sembra crederci, al punto da offrire in maniera diretta servizi on-demand con le sue auto già dall'anno prossimo (leggi come Marchionne approva l'auto-robot ma non è interessato al carsharing).
CONDIVIDERE PER RIVIVERE Questa mossa non è inaspettata, anche perché Volkswagen aveva già puntato nel ride-hailing (un servizio a chiamata diretta diverso dallo sharing) tramite Gett, azienda nella quale aveva investito 300 milioni per recuperare su GM. Ole Harms, a capo della nuova divisione, ha dichiarato ieri a Reuters che “nel medio e lungo termine MOIA creerà servizi in grado di soddisfare le esigenze di chi abita nelle città. Oggi ci stiamo muovendo nelle nostre città nello stesso modo di 20 e più anni fa. Abbiamo bisogno di offrire nuove forme di trasporto e migliorare sostanzialmente la situazione del traffico attuale”. Dal canto suo l'amministratore delegato di VW, Matthias Müller, oltre a riferire di colloqui con Uber non andati a buon fine, ha detto che “Anche se non tutti possederanno un'automobile, MOIA può contribuire a rendere chiunque un nostro cliente, in un modo o nell'altro”. Da questa mossa, che si inserisce anche nel recupero d'immagine seguito al Dieselgate, Volkswagen si aspetta una quota consistente delle sue entrate entro il 2025. Il rinnovamento del brand principale del Gruppo prevedeva già, come noto, investimenti miliardari nei veicoli elettrici, nel ride-hailing e nella guida autonoma; ad essi si aggiunge ora quest'altro servizio di mobilità digitale, una conferma del nuovo corso di Wolfsburg.
UN BUSINESS MILIARDARIO Il settore ha prospettive enormi: la società di consulenza A.T. Kearney ha pubblicato nell'ottobre scorso uno studio secondo il quale il mercato globale per i veicoli autonomi e dei relativi servizi (leggi dell'alleanza fra GM e Lift per il ridesharing senza guidatore) può volare dai 51 miliardi di dollari nel 2020 a 282miliardi nel 2030. Volkswagen vuole diventare un leader di questi nuovi business nel giro di un paio d'anni e lo staff della sede di Berlino, attualmente di 50 persone, arriverà a 200 dipendenti già nel 2017, con investimenti di centinaia di milioni di euro. I finanziamenti iniziali saranno erogati da Moia ma i piani prevedono di coinvolgere successivamente anche investitori e aziende esterni. Harms ha detto che Moia nell'immediato è focalizzata sul lancio di un servizio di “navette” intermedio fra i bus di linea e il ride-hailing simile a Uber. I mezzi saranno chiamati tramite l'irrinunciabile app e il tredicesimo marchio del Gruppo punta ad prezzi simili a quelli degli autobus. Le flotte di Moia utilizzeranno inizialmente modelli già esistenti, come il minibus Transporter, ma si sta pensando ad un veicolo elettrico con 6/8 posti, verosimilmente costruito sulla piattaforma elettrica MEB (leggi della piattaforma elettrica scalabile di Volkswagen). Un concept di questo veicolo potrebbe essere mostrato già l'anno prossimo e questo progetto è affidato alla divisione veicoli commerciali di VW. Il nuovo minibus sarà capace di guida autonoma e questo sarà funzionale alla strategia che vede una grande parte dei servizi di Moia (Il nome deriva dal sanscrito Maya, cioè “magia”) adottare progressivamente questa tecnologia. Gli orizzonti prevedono prototipi autonomi nelle flotte entro il 2019 mentre entro i successivi 2 anni si vedranno in un paio di città flotte di veicoli autonomi Moia.