
Cadono quasi tutte le accuse di spionaggio industriale mosse da Waymo a Uber, arriveremo a una conclusione bonaria della vicenda giudiziaria?
Sembra volgere verso un epilogo pacifico la vicenda tra Waymo, la divisione di Google impegnata nello sviluppo di veicoli a guida autonoma, e Uber, la compagnia di ride sharing accusata di aver sfruttato progetti segreti della Google Car trafugati da ex dipendenti del colosso di Mountain View. La vicenda è iniziata in un'atmosfera pesante e con i presupposti di una battaglia legale all'ultimo sangue; ma già dopo qualche mese dal deposito delle accuse presso la Corte Federale i contorni della vicenda sono stati ridimensionati e senz'altro ammorbiditi. Apprendiamo che nelle scorse ore alcune accuse sono state addirittura ritirate, questo lascia presagire una conclusione senza particolari o gravi ripercussioni per l'accusato.
TUTTO EBBE INIZIO CON L'ACQUISIZIONE DELLA STARTUP OTTO Lo scontro tra Waymo e Uber e le successive azioni legali ruotano attorno al presunto utilizzo da parte della compagnia di ride sharing di progetti top secret ereditati con l'acquisizione di OTTO, startup fondata da Anthony Levandownsky, ex dipendente di Google il quale avrebbe trafugato documenti riservati relativi a un dispositivo Lidar. Secondo le accuse i tecnici di Uber avrebbero realizzato il dispositivo sfruttando illecitamente i progetti per utilizzarlo ovviamente nella sperimentazione dei servizi di mobilità driverless ai quali, e non senza difficoltà, la società californiana sta lavorando da tempo. Lo scorso febbraio la sussidiaria di Google ha presentato accuse formali, chiedendo al tempo stesso l'allontanamento di Levandownsky dalla compagine Uber per evitare che venissero ulteriormente sfruttati i documenti e i materiali sottratti (Leggi qui le accuse formali fatte da Waymo).
CADONO 3 ACCUSE SU 4, MA IL LIDAR È ANCORA SOTTO INCHIESTA Da alcune ore è stata diffusa in rete la notizia che Waymo ha ritirato 3 delle 4 accuse formalizzate nei confronti di Uber. Come abbiamo appreso dal NY Times, Waymo ha deciso di sospendere l'azione giudiziaria per 3 brevetti in quanto Uber avrebbe dimostrato di aver interrotto lo sviluppo del dispositivo Lidar, ma da Mountain View tengono a precisare di essere pronti a riaprire il fascicolo se verranno compiute altre violazioni; gli uomini della Silicon Valley ribadiscono che ad oggi l'attuale design del sistema Lidar utilizzato da Uber viola uno dei propri brevetti originali, lasciando così aperto il caso in tribunale (Intanto il fondatore di Uber lascia il comando dell'azienda, leggi qui perché).
IL GIUDICE INVITA WAYMO A VALUTARE IL PROSIEGUO DELL'AZIONE LEGALE Dal tribunale non sono mancate pressioni per chiudere in fretta la vicenda, il mese scorso il giudice William Alsup della Corte Distrettuale di San Francisco, in occasione di un'udienza, ha sollecitato gli avvocati dell'accusa di valutare se è ancora il caso di rivendicare la violazione dei brevetti dichiarando, senza mezze misure: “Si perderà su tutte queste rivendicazioni a meno che non si tiri un coniglio dal cappello”. Il nodo della questione sembra essere per il tribunale non tanto l'operato di Uber quanto quello dell'ex dipendente infedele di Google, il quale allo stato attuale è stato licenziato da Uber proprio perché reticente a collaborare con i legali di Waymo per fare chiarezza sulla vicenda (Sapevi che Uber ha sospeso la sperimentazione stradale driverless? Scopri qui perché).