Perché il costo della manodopera Aftermarket è sempre più alto?

Perché il costo della manodopera Aftermarket è sempre più alto? Inchiesta sul costo orario delle officine: la riparazione delle automobili è solo una parte del loro lavoro

Inchiesta sul costo orario delle officine: la riparazione delle automobili è solo una parte del loro lavoro, che si svolge fra documenti e burocrazia

31 Gennaio 2018 - 03:01

Andiamo dal meccanico, esponiamo il problema, torniamo per ritirare l'automobile riparata (sapevi che anche le riparazioni in officina offrono una garanzia?) e, a fronte di una fattura che elenca le lavorazioni eseguite, le ore di manodopera impiegate e i ricambi/materiali impiegati, paghiamo il conto. Ai nostri occhi di automobilista, a meno che rapporti più confidenziali non permettano approfondimenti ulteriori, quel che appare della riparazione/manutenzione è specialmente il costo della manodopera, spesso molto caro. Tuttavia molte altre “cose” sono presenti dietro questo costo, anche se non si vedono. La nostra inchiesta vuole gettare uno sguardo su questi “dietro le quinte” e vi possiamo anticipare che si scoprono cose sia costose sia curiose.

UN PROFESSIONISTA EVOLUTO La figura del “meccanico” ha subito una profonda evoluzione e, al di là della sua mutazione in meccatronico, l'autoriparatore si è trovato a diventare un vero e proprio manager che deve curare molti altri aspetti organizzativi oltre a quelli strettamente inerenti alla sua attività. Per approfondire la questione niente di meglio che rivolgersi ad un professionista che, oltre ad avere una sua attività nel settore, è anche Presidente di Confartigianato Autoriparazione e di ConfMotori Sistema. Alessandro Angelone ci ha spiegato che la continua evoluzione dei mezzi obbliga l'autoriparatore ad una formazione continua sua personale e a un rinnovamento e aggiornamento costanti delle attrezzature diagnostiche d'officina. Una zavorra notevole è poi il costo del personale che, grazie all'abnorme “cuneo fiscale” italiano (cioè il rapporto tra il costo del lavoratore e quanto realmente prende in busta paga), riesce a coniugare un esborso notevole per l'azienda con un magro stipendio per il dipendente.

STRUTTURA DEI COSTI COMPLICATA Tutto questo porta, sempre più spesso, al non riuscire a contenere queste voci in una tariffa di manodopera adeguata. Possiamo stimare il costo orario della manodopera delle officine aftermarket in circa 50 euro al Nord, 35/40 al Centro e ancor meno al Sud.

Il nostro interlocutore ha comunque citato dei fattori che possono portare a differenze anche sostanziali pur nella stessa area geografica (rimanendo sempre nel campo delle officine “visibili” e che rilasciano regolare fattura). Possiamo citare l'ordine, l'aspetto e lo stato generale dell'officina, il livello del personale, la presenza di interventi complessi (ad esempio sui cambi automatici) e altro ancora. Confartigianato fissa delle tariffe di riferimento ma il professionista in genere si tiene più basso: le tariffe depositate in Sardegna per il 2017 sono 46,01 euro/ora + IVA per la manodopera mentre lo smaltimento dei rifiuti vale il 3% sull'imponibile (fino ad un massimo di 50 euro) + IVA. Per confronto citiamo i costi orari del Gruppo Volkswagen: per le Audi si va da 38 a 60 Euro + IVA, per le Porsche sono 62 Euro mentre le Skoda vengono riparate da 36 a 46 Euro l'ora come le Volkswagen. Angelone ci ha citato come piuttosto pesanti gli oneri bancari e, in generale, la crescente difficoltà nel conciliare una buona e corretta riparazione con lo stato del veicolo, le possibilità del cliente e una redditività decente. Se la quadra risulta impossibile si può arrivare al rifiutare il lavoro perché si potrebbe non riuscire a rispettare standard di sicurezza accettabili.

ADEMPIMENTI SOFFOCANTI Come si può immaginare le voci sono molteplici e fra le più impegnative ci sono adempimenti a scadenze quasi giornaliere. Nel 2018 le imprese ne dovranno espletare 279 e un un recente studio di Confartigianato Lombardia le ha trovate equivalere a 238 ore/anno, 20 in più della Germania, 86 in più della Spagna e 99 di più della Francia. Queste ore, considerando un costo medio per gli impiegati di 30 euro/ora, portano il totale a circa 7.000€. Anche la voce “rifiuti” ha il suo costo: compilazione di formulari e registi (che a loro volta vanno smaltiti aggiungendo altri costi) che, se non compiuta dal titolare implica costi del personale, materiali e così via.

Si registrano 11 tipologie diverse e, a parte gli pneumatici (ricordiamo che il contributo per lo smaltimento degli pneumatici va pagato anche se li compriamo online) e l'olio esausto, il cui contributo di smaltimento è pagato all'acquisto del nuovo, per tutti gli altri ci sono ulteriori costi che per l'officina del nostro interlocutore valgono mediamente 700/800 euro l'anno più il MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale), che costa circa 200 euro/anno.

PENSATE ALL'IMPENSABILE A queste voci, piuttosto prevedibili, se ne aggiungono molte altre, a volte impensabili. Partendo da quelle più “ragionevoli” si parte dall'eventuale affiliazione a qualche Rete (Aposto, Puntopro e simili), per circa 1.000 euro/anno, per finire all'iscrizione a Confartigianato. Occorre poi pensare alla contabilità, la gestione delle buste paga e dei Cud, che assommano a circa 4000 euro + IVA includendo le trasmissioni all'Agenzia delle Entrate. Abbiamo inoltre le visite mediche per titolare e dipendenti, circa 350 euro, e gli onnipresenti software: gli aggiornamenti e l'assistenza per quelli di contabilità e quelli diagnostici sfiorano i 1.000 euro + IVA. Prevedibili sono anche i costi delle utenze (luce, acqua, gas,telefonia e ADSL) che Angelone quantifica in circa 5000 euro +IVA, e la formazione dei dipendenti e del titolare, quantificata in circa 200 euro/giornata più le spese di trasferta. Occorre poi aggiungere le spese per la pubblicità, il canone Rai e persino i diritti di autore forfettari da versare alla SIAE per la musica di sottofondo!

IL REBUS DEL MARGINE Occorre notare che si tratta di cifre approssimate e medie: Alessandro Angelone ce li ha gentilmente forniti come puramente indicativi. In ogni caso le voci di costo che vengono affrontate da ogni officina ben organizzata sono più o meno queste. In base agli studi di settore e di quelli dell'Agenzia delle Entrate l'imprenditore dovrebbe ricaricare almeno il 30% sul costo netto che ha sostenuto acquistando il prodotto/ricambio; occorre poi aggiungere la tariffa oraria della manodopera. In realtà, secondo il nostro interlocutore, le due voci si fondono e alla fine, fatto 100 il valore della riparazione (ricambi + manodopera) è molto difficile superare il 35/40% di margine. Sempre secondo Angelone oggi si tende a “calmierare la tariffa della manodopera perché si può contare su quel 20/25/30% di ricarico dei ricambi. L'evoluzione futura sarà il lavorare con i prezzi “netti”, alzando il peso relativo della manodopera perché le imprese riescano a marginare il necessario che consenta loro di formarsi, innovarsi e continuare l'attività. In questo modo si porrà anche fine ad una questione sempre più frequente: la richiesta del cliente di montare ricambi da lui acquistati sul Web. Internet permette infatti al privato di ottenere prezzi spesso migliori rispetto a quelli “spuntati” dall'autoriparatore ma occorre stare attenti alle truffe.

Commenta con la tua opinione

X