Auto connesse: il neutral server Caruso aiuterà l’aftermarket indipendente? La guida autonoma ha un dizionario tutto suo che bisogna conoscere: ecco situazioni e termini più usati e il loro significato

Auto connesse: il neutral server Caruso aiuterà l’aftermarket indipendente?

Nel 2020 un’auto su due sarà connessa ed invierà dati telematici preziosi per l’aftermarket e la manutenzione. Ne parliamo con Caruso uno dei primi neutral server sul mercato

28 Maggio 2019 - 12:05

Le auto connesse, non solo elettriche e ibride, stanno scatenando già una lotta di potere tra case automobilistiche e attori IAM. Mentre l’attenzione dei consumatori è focalizzata sui rischi della cyber security, di cui si parla sempre più spesso, nel dietro le quinte i principali player del mondo automotive stanno già decidendo su come e chi potrà avere accesso ai dati telematici delle auto connesse (un mercato da 180 miliardi di euro nel 2025 secondo MarketsandMarkets Research). Ma chi è il vero proprietario dei dati? Sarà l’auto a “decidere” in quale officina andare? E in questo panorama di crescita delle auto connesse circolanti in Europa, cosa stanno facendo i Costruttori di auto, sempre più “gelosi” dei dati? Ne abbiamo parlato con Gwenael de Calan – Head of Sales di Caruso – che ci ha parlato di uno dei primi neutral server sul mercato, rivelandoci quanto valgono i dati delle auto connesse e quanti attori dell‘automotive sono interessati ad essi. Leggi qui il commento del direttore di SicurAUTO.it sull’indagine.

Sfoglia lo Speciale e leggi gli approfondimenti e le interviste qui.

Cos’è Caruso?

“Caruso è una piattaforma Neutral Server che centralizza i dati inviati dalle auto connesse e li mette a disposizione degli operatori che vogliono utilizzarli in modo da non doversi rivolgere ai singoli brand. Un unico strumento che ha il duplice effetto di evitare ai singoli operatori altissimi costi di realizzazione di piattaforme dedicate ad ogni Costruttore e quello di rendere l’accesso al dato più semplice e sicuro.”

Esiste uno standard unico o la piattaforma si adatta agli standard di ogni Costruttore?

“Esistono gli Standard ISO 20077, ISO 20078 e ISO 20080 sull’architettura dei veicoli (Extended vehicle – ExVe). Ma danno solo delle indicazioni per i Costruttori sul tipo di formato dei dati. Ad esempio l’unità di misura da usare per i chilometri percorsi. Non esiste ancora uno standard chiaro ed univoco ma stiamo cercando di ottenerlo, lavorando anche insieme ad altre piattaforme simili a Caruso. Fino ad oggi la Commissione europea non ha fatto leggi che regolano l’accesso ai dati e il loro formato, pertanto ogni Costruttore adotta un suo standard e questo rende non semplice l’accesso ed il lavoro degli operatori dell’indipendent aftermarket (IAM).”

È sufficiente l’esistenza della piattaforma Caruso o sarà necessario uno standard unico?

“La piattaforma faciliterà sicuramente l’accesso ai dati per le aziende aftermarket medio-piccole rispetto a grandi aziende come le Compagnie assicurative, che invece possono sostenere investimenti ingenti (da milioni di euro) per accedere ai dati dei singoli Costruttori OEM attraverso le API. Ma una legge europea potrebbe garantire un accesso equo a un prezzo ragionevole per tutti attori.”

La piattaforma Caruso contiene solo dati tecnici o anche dati inviati dalle auto?

“Sulla piattaforma Caruso si possono ottenere già i dati tecnici dalle Case auto, perché obbligate dalla NewBer a fornirli in sede di omologazione dell’auto. Ma la vera novità di Caruso è che conterrà anche i dati telematici provenienti dalle auto connesse, sia forniti dalle Case auto che aderiscono alla piattaforma, sia dai vari Telematics Providers. I Costruttori premium come Daimler, Volvo, Mercedes e BMW (primo vero partner di Caruso, ndr) lavorano da anni alle auto connesse, mentre i Costruttori che operano sul mass market ci stanno lavorando solo da un paio di anni. Ecco perché con il sistema retrofit possiamo rendere connessa anche un’auto di 10 anni ed accedere a un maggior volume di dati. Una soluzione che riguarderà principalmente le flotte, le assicurazioni, le auto in leasing e i Club di assistenza stradale. Le auto connesse saranno il 50% nel 2020 e il 70% nel 2025, dati IHS e Roland Berger.”

Cosa fa materialmente Caruso?

“Caruso fa da ponte tra chi fornisce i dati, cioè le Case auto, e chi ne ha bisogno per utilizzarli ai fini del business: assicurazioni, gestori flotte, sviluppatori di software per distributori, officine, ecc. L’officina ad esempio, potrà vedere per tutti i suoi clienti quanti chilometri hanno già percorso e questo permetterà di capire anche quando contattare il cliente o avvertirlo di un possibile guasto di cui non si è accorto. La famosa manutenzione predittiva.”

Ipotizziamo che la mia auto possa collegarsi a Caruso. Sarà solo il mio meccanico a poter seguire la manutenzione dell’auto?

“Questo dipende dal consenso che darà il conducente poiché con la nuova legge sulla privacy (GDPR) ne l’officina ne Caruso possono avere accesso ai dati dell’auto senza il consenso del proprietario. È lui a decidere a chi voler dare l’accesso attraverso una liberatoria digitale che sarà associata al VIN del proprio veicolo. Solo i dati non personali potranno essere usati senza consento per fini statistici come le condizioni dell’asfalto o la presenza di traffico, ma in maniera aggregata ed anonima.”

Quindi il proprietario dell’auto connessa è anche proprietario dei dati telematici?

“No, nessuno è il proprietario, neppure la Casa costruttrice. Pero il conducente che può corrispondere al proprietario è il cosiddetto Register Keeper, e l’unico che può decidere se dare il consenso all’accesso dei dati della sua auto. Un consenso che il proprietario potrà dare direttamente con lo smartphone durante l’iscrizione all’App dell’officina, ad esempio. Poi Caruso si rivolgerà al Costruttore, senza dire a quale officina l’utente vuole dare il consenso all’accesso dei dati, e il Costruttore dovrà condividere questi dati.”

A chi vi state rivolgendo per ottenere i dati telematici delle auto?

“Stiamo dialogando con i Costruttori che hanno grossi volumi di veicoli e, tra gli altri, con l’ACEA (Associazione Europea dei Costruttori di Automobili). La prima Casa ad aver aderito è BMW ma altri 6 Costruttori europei sono interessati ad aggiungersi, le trattative sono in una fase avanzata. Per ora con BMW registriamo un elenco di 78 dati diversi che però non includono i codici di errore delle centraline.”

Come vengono trasmessi i dati dalle auto BMW?

“Le auto BMW inviano i dati telematici non istantanei, una sola volta per viaggio quando viene spenta l’auto. Con altri Costruttori il tracciamento dovrebbe avvenire con più frequenza. In questo caso anche il conducente/proprietario dell’auto potrà valutare la convenienza di queste più frequenti trasmissioni, magari ottenendo un maggiore sconto sull’assicurazione.”

Esiste un reale rischio di cybersecurity con le auto connesse?

“È uno dei motivi per cui i Costruttori non vogliono dare accesso diretto alle auto connesse, ma solo attraverso piattaforme proprietariedelle singole Case a cui si possono connettere le piattaforme indipendenti come Caruso. Se le cose dovessero restare così (FIGIEFA è contraria, leggi qui le proposte contrapposte di ACEA e FIGIEFA) tra l’auto e l’utilizzatore dei dati telematici ci saranno sempre 2 o 3 server che avranno un ruolo di controllo per evitare violazioni e garantire i più alti standard di sicurezza.”

Commenta con la tua opinione

X