
Motori moderni e lubrificanti: perché le strategie anti emissioni e le nuove tecnologie rendono necessario cambiare l’olio più spesso di prima
Fino a pochi anni fa, cambiare l’olio motore ogni due anni era una pratica piuttosto diffusa e ritenuta sufficiente, oltre che ampiamente consigliata dai piani di manutenzione delle Case auto. Oggi però, con l’evoluzione dei motori e le sempre più stringenti normative anti emissioni, questa regola rischia di essere superata. Non solo per i motori diesel, ma anche per i motori benzina di nuova generazione, come i tre cilindri con cinghia in bagno d’olio. Quando si cambia l’olio? Cerchiamo di fare chiarezza nei prossimi paragrafi.
CAMBIO OLIO OGNI 2 ANNI: SI PUO’ FARE SUI MOTORI MODERNI?
I motori a tre cilindri, sempre più diffusi per motivi di efficienza e contenimento dei consumi, presentano nuove sfide dal punto di vista della lubrificazione. Una chiara dimostrazione l’ha data il motore PureTech PSA. Alcuni propulsori a 3 cilindri (qui l’elenco con i codici dei modelli) utilizzano la temibile cinghia immersa nell’olio motore, soluzione tecnica adottata per ridurre l’attrito e migliorare l’efficienza in sede di omologazione. Tuttavia, questa configurazione comporta alcune attenzioni incompatibili con l’idea di cambiare l’olio ogni 2 anni.
A peggiorare le cose, interviene la strategia di gestione delle emissioni. Per ridurre gli ossidi di azoto e soddisfare le normative Euro 6 e successive, i costruttori ricorrono a iniezioni extra di carburante, specialmente a motore freddo o in fase di rigenerazione del filtro antiparticolato (anche nei motori benzina con GPF). Queste iniezioni possono causare una diluizione dell’olio con benzina, compromettendone la viscosità e le proprietà lubrificanti. In sostanza quanto accadeva sui primi motori diesel con filtro antiparticolato.
CHI USA POCO L’AUTO RISCHIA DI PIÙ A CAMBIARE L’OLIO OGNI 2 ANNI
Un aspetto spesso sottovalutato è l’uso che si fa dell’auto. Chi percorre molti chilometri su percorsi autostradali o extraurbani mantiene l’olio più “pulito” ed entro i range tecnici di funzionamento del motore. Chi invece utilizza l’auto sporadicamente, soprattutto in città, con brevi tragitti e ripetute accensioni a freddo, accelera la contaminazione dell’olio. In questi casi, l’olio non raggiunge mai temperature ottimali, non riesce a evaporare la componente incombusta accumulata e tende a degradarsi più in fretta. La presenza poi di benzina nel lubrificante, accelera anche il degrado della gomma di cui è fatta la cinghia a bagno d’olio con conseguenti problemi al sistema di lubrificazione.
CAMBIO OLIO: A QUALE REGOLA BISOGNA ATTENERSI?
In questo scenario, l’idea di cambiare l’olio ogni 2 anni non è più universalmente valida. Anzi, per molte auto moderne è consigliabile accorciare gli intervalli, anche se il chilometraggio è basso. In particolare:
- Se usate l’auto prevalentemente in città, considerate il cambio annuale dell’olio, anche sotto i 10.000 km.
- Se il motore è con cinghia a bagno d’olio, seguite scrupolosamente le indicazioni del Costruttore, anche riguardo alla tipologia di lubrificante specifico da usare, ma valutate di anticipare il tagliando.
- In caso di uso gravoso (frequenti accensioni, clima freddo, guida urbana intensa), non aspettare i 30.000 km promessi dai lubrificanti long life: meglio prevenire che curare.
Ricordate comunque di seguire sempre le indicazioni del Costruttore e, in caso di dubbi, prima di prendere decisioni arbitrarie, chiedere consiglio presso un’officina della rete ufficiale o un meccatronico esperto che conoscono eventuali criticità manifestate dai motori con un cambio olio rimandato troppo a lungo.