Carrozzerie poco trasparenti: il mistero della Riparazione a regola d’arte Le riparazioni in officina devono essere a Regola d’arte ma non si sa come. Il braccio di ferro tra carrozzieri e Assicurazioni per la tutela dei consumatori

Carrozzerie poco trasparenti: il mistero della Riparazione a regola d’arte

Le riparazioni in officina devono essere a Regola d’arte ma non si sa come. Il braccio di ferro tra carrozzieri e Assicurazioni per la tutela dei consumatori

4 Aprile 2019 - 08:04

Vi siete mai chiesti se l’auto scintillante ritirata dalla carrozzeria sia stata riparata a Regola d’arte? Probabilmente no, anche perché un semplice consumatore non può capire se la riparazione è stata eseguita a regola d’arte senza una perizia tecnica. Da questo presupposto nasce la denuncia di Assoutenti e Federcarrozzieri sull’assenza di trasparenza nel settore delle riparazioni di carrozzeria. Una lacuna che non sembrerebbe prioritaria da colmare, visto il disinteresse degli attori che gravitano attorno ai sinistri, ai risarcimenti assicurativi e alle riparazioni. In altre parole a molti pare faccia comodo che il consumatore finale non sappia nulla su come e cosa è stato realmente riparato della sua auto. Visto che ne va della sicurezza di guida, come è emerso dal crash test di un’auto incidentata e riparata male, abbiamo voluto approfondire la vicenda.

LA CORSA AL RISPARMIO MINA QUALITA’ E SICUREZZA

Prima di entrare nel vivo della faccenda che riguarda le riparazioni a Regola d’arte dobbiamo fare una premessa. Con l’entrata in vigore della legge sulla concorrenza, in ambito RC auto, non c’è l’obbligo per il cliente danneggiato di rivolgersi a una carrozzeria fiduciaria. Questo significa che nessuna Compagnia può obbligare (canalizzando) l’assicurato a far riparare i danni subiti presso specifici artigiani convenzionati con la Compagnia. Una vittoria (a metà) per il consumatore, secondo quanto riportano pubblicamente Assoutenti e Federcarrozzieri. Sulla carta è sufficiente che le riparazioni siano effettuate a Regola d’arte. Peccato però che niente definisca i criteri e i metodi per ottenere questo standard. Abbiamo chiesto quindi spiegazioni a Davide Galli – presidente di Federcarrozzieri. I lettori più attenti ricordano sicuramente che abbiamo già parlato di riparazioni a Regola d’arte e Garanzia sulla verniciatura.

IL BRACCIO DI FERRO SULLA TRASPARENZA

La situazione che ci prospetta Galli sembra molto chiara. Un braccio di ferro tra chi rema per la trasparenza e tutela del consumatore e chi andrebbe nella direzione opposta. Da una parte Assoutenti e Federcarrozzieri che hanno stabilito un tavolo col Ministero per fare chiarezza con linee guida sulle riparazioni a Regola d’arte. Dall’altra ANIA (che rappresenta le imprese di assicurazione) e alcune confederazioni che piuttosto che sedersi allo stesso tavolo, ne hanno fatto uno per conto proprio. “La cosa più brutta – ci spiega Galli – è che sulle linee guida per la riparazione della carrozzeria, nel loro decalogo non c’è nulla. Ci sono più metodi di accordi e convenzioni su come generare il flusso economico nei confronti delle carrozzerie; un nuovo accordo tra Ania e confederazioni.” La differenza sostanziale è quindi rispetto alle linee guida stabilite congiuntamente tra Assoutenti e Federcarrozzieri al tavolo con il ministero.

COSA SIGNIFICA “A REGOLA D’ARTE”?

Assoutenti dice “cari automobilisti, siete consapevoli che non c’è prova se la vostra auto è riparata bene?”. Eppure secondo Galli ci sono dei metodi e delle tecnologie che consentono anche a chi non è esperto di accorgersi se l’auto è riparata male. “Come mai non sono scritte come lo prevede la legge in una sorta di codice? Continua Galli. Noi abbiamo portato delle idee al nostro tavolo, proponendo per esempio di condividere con l’utente le informazioni sulla riparazione. Quindi una piattaforma che possa consentire al danneggiato di seguire tutte le fasi della riparazione. In particolare riguardo alle fotografie che testimoniano se i ricambi sono riparati o sostituiti.” Un vantaggio doppio per il consumatore che non mira solo alla sicurezza ma che guarda anche agli artigiani furbi (magari pochi, ma ci sono secondo quanto ci spiega Galli).

QUANDO L’ARTIGIANO E’ “COSTRETTO” A BARARE

Da una parte  il committente della riparazione (flotta o Compagnia) tende a pagare il meno possibile, dall’altra l’artigiano furbo diventa astuto. Quindi si comincia a fatturare per ricambi non sostituiti, oppure più ore di manodopera di quelle che servono, ecc.” spiega Galli. Per evitare tutto questo – secondo Davide Galli –  servono controlli, cioè permettere al consumatore di poter verificare se la riparazione è a Regola d’arte. “Certo il cliente non può smontare l’auto. Ma se si mostrano le fasi della riparazione, di aver usato le procedure ufficiali del Costruttore, il consumatore è più tutelato.” E’ chiaro che ci sarà sempre il consumatore che sceglierà tra una carrozzeria che fornisce una “cartella clinica” e una che invece preferisce nasconderla.

IL MIO CARROZZIERE LAVORA A REGOLA D’ARTE?

Il braccio di ferro si crea tra chi vuole che si crei questa cartella clinica trasparente del veicolo da riparare e chi non la vuole. Perché magari sono più interessati ad ottenere accordi (come i tempi di risarcimento) che non hanno nulla in comune con le riparazioni a Regola d’arte.” conclude Galli. Quindi, la prossima volta che andate dal vostro carrozziere di fiducia sappiate di non essere nel torto chiedendo le foto durante la riparazione. E se è davvero un artigiano onesto e in buona fede potreste capirlo dalla sua disponibilità.

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