Gruppi acquisto ricambi: come fanno e cosa cambia per l’automobilista? I pezzi dei veicoli muovono molti affari e i gruppi acquisto ricambi vogliono captarli. È un settore da tenere d'occhio perché tocca anche gli automobilisti

Gruppi acquisto ricambi: come fanno e cosa cambia per l’automobilista?

I pezzi dei veicoli muovono molti affari e i gruppi acquisto ricambi vogliono captarli. È un settore da tenere d'occhio perché tocca anche gli automobilisti

18 Aprile 2019 - 04:04

Un’automobile moderna è fatta di migliaia di componenti ed è facile capire come essi non siano eterni. I gruppi acquisto ricambi sono uno dei canali tramite i quali ce li si può procurare. Alcuni pezzi possono durare molto, ad esempio i lamierati ben verniciati e che non hanno subito urti, ma questa è piuttosto un’eccezione. Molti altri pezzi si usurano e vanno sostituiti, magari a intervalli stabiliti, mentre altri si possono rompere, a volte senza preavviso. In ogni caso, i ricambi auto sono una realtà imprescindibile e ogni veicolo ne avrà bisogno, prima o poi. Una filiera, quindi, che va dai produttori ai clienti finali, che possono essere le officine – della rete ufficiale, autorizzate o indipendenti – e gli automobilisti più intraprendenti. Nel mezzo c’è… di tutto! Si tratta infatti di tantissimi distributori, organizzati in maniere piuttosto diverse fra loro.

INGRANDIRSI È BENE

I ricambi, dicevamo, generano affari importanti e devono arrivare velocemente al venditore, che li fornirà a chi li metterà in opera. Anche questo settore non sfugge ad una legge generale che assegna alle grandi dimensioni una maggiore efficienza. Si spiegano così le manovre che portano ad acquisizioni di distributori da parte di altri distributori e quindi alla creazione di gruppi più grandi. In questo modo si creano realtà che possono essere anche gruppi acquisto ricambi , che raccolgono gli ordini di molti clienti professionali. Si riescono così a spuntare prezzi migliori perché le quantità ordinate sono importanti.

LE MOSSE SULLA SCACCHIERA

Per rendersi conto che questa tendenza è ben reale basta ricordare le ultime azioni fatte dai principali attori del settore. 12 mesi fa Autodis ha infatti acquisito Sarco e F.G.L. e a maggio 2018 G-Group mentre Cati e Demauto intorno all’estate sono uscite da Groupauto per entrare in Global One. Cati ha però acquisito ERA mentre all’inizio di quest’anno Rhino Bidco LKQ ha acquisito 72DGruppo BM Ricambi. Groupauto è al centro di diverse  attività: nel dicembre 2018 ha fondato Groupauto Italia Hoding e nel 2019 ha visto l’entrata di nuovi soci: Cosso & C, G.S.Favia Guernieri e Consorzio PDA. Notiamo che è ormai consolidato il pensiero che i gruppi d’acquisto debbano orientarsi decisamente verso i servizi. In un ambiente sempre più competitivo e ricco d’innovazione, infatti, il semplice ciclo acquisto-vendita non basta più.

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LA FORMAZIONE AL CENTRO

Torniamo alla molto attiva Groupauto, un gruppo così importante da istituire premi per i fornitori: nato 40 anni fa, oggi offre molte cose oltre ai ricambi. In aggiunta alla sua rete di grossisti, il gruppo assiste le officine riguardo la formazione professionale e la gestione del business. Groupauto fornisce inoltre supporto per attività di marketing e per migliorare immagine e visibilità oltre a proporre accordi e convenzioni. L’azienda ha anche creato i propri network di officine, ad esempio per le più evolute, le multimarca, quelle per le riparazioni veloci e per i veicoli pesanti. Discorso simile per Asso Ricambi, consorzio fra più di 100 ricambisti in Italia e che spinge la formazione e il sostegno a ricambisti e officine. Il suo nuovo progetto Revo – Ricambisti Evoluti – dà al ricambista strumenti per monitorare la propria attività e per stimolare quella dei suoi clienti.

ALLA RICERCA DEL MARGINE

La sua rete Asso Service conta ormai 1000 riparatori che ricevono strumenti e servizi, orientati anche alle nuove tecnologie, tramite i ricambisti associati. Un tema importante, e che coinvolge anche gli automobilisti, è poi quello dei margini, che si riflettono sui prezzi dei ricambi. Durante il recente Convegno IAM Italia (Independent After Market) si è infatti saputo che il ricambista ha margini decisamente più alti del distributore. La cosa è comprensibile, dato il ben diverso volume d’affari e la maggiore volatilità del business del singolo ricambista rispetto a chi i ricambisti li rifornisce. È possibile però un abbassamento dei prezzi perché il mercato sta soffrendo per la guerra dei dazi e la Brexit, che potrebbe bloccare le fabbriche della Toyota Corolla. Questo spingerà ancora le alleanze/acquisizioni, per aumentare la competitività, e potrebbe diminuire i prezzi per non perdere quote di mercato.

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QUALITÀ AFTERMARKET

Ma c’è un’altra novità: i ricambi IAM perfettamente compatibili con quelli di primo equipaggiamento OE. Ricordiamo che, oltre all’omologazione che deriva da leggi e normative, l’equivalenza del ricambio viene attestata, a caro prezzo, dagli enti certificatori. Il Politecnico di Torino, molto attento all’aftermarket, ha creato un pool di esperti per produrre un disciplinare di test pubblico e molto più accessibile. Il compito non è facile (le referenze dei costruttori sono milioni) ma i promotori sono motivati verso un progetto essenziale per il futuro dell’aftermarket. Se si arrivasse a concretizzarlo ci sarebbero benefici per tutti, compresi gli automobilisti che potrebbero vedere un abbassamento dei prezzi.

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