Cosa comunicano i veicoli ai server dei Costruttori? Il test Auto connesse 2021 dell’ADAC mette sotto torchio 4 modelli
Le auto connesse rappresentano una miniera d’oro non solo per i Costruttori ma per tutti gli attori del mondo automotive interessati ad avere le informazioni trasmesse dai veicoli. Un test dell’Automobile Club Tedesco ha voluto fare luce su quali dati inviano le auto, con quale frequenza e cosa le Case auto o le società che li acquistano possono dedurre da questi valori. Ecco il test 2021 di 4 auto connesse tra le più popolari in Germania.
IL TEST DELL’ADAC SU 4 AUTO CONNESSE
L’attenzione delle associazioni e dei club automobilistici come l’ADAC è da tempo focalizzata sulla privacy dei dati degli automobilisti e sui rischi degli aggiornamenti OTA. Con la diffusione sempre più ampia di servizi acquistabili direttamente in auto, le Case auto prevedono grandi profitti con le auto connesse. Un nuovo business che crescerà in pochi anni, e potrebbe trovare molti automobilisti inconsapevoli di ciò che l’auto comunica ai server della Casa auto. Ecco perché il test dell’ADAC ha affidato a due esperti di informatica 4 modelli di auto connesse:
– BMW 320d Versione F31;
– BMW i3 Versione I01;
– Mercedes Classe B Versione W246, 2011-2018 con Mercedes Me connect;
– Renault ZOE MY 2012;
Il test che rivela cosa accade durante la guida quando le auto comunicano informazioni di vario genere, non vuole essere un confronto, considerando che si tratta di modelli con tecnologie diverse. Ma porta l’attenzione, anche dei consumatori, sulle autorizzazioni che si sottoscrivono – spesso frettolosamente – all’acquisto dell’auto dotata con sistemi di connettività e infotainment.
TEST AUTO CONNESSE 2021: COSA COMUNICA LA BMW 320D
La BMW 320d F31 nel test dell’ADAC trasmette vari dati che riguardano l’utilizzo del veicolo e in particolare le abitudini e lo stile di guida del conducente. Ecco cosa si può capire secondo gli esperti tedeschi:
– Giri motore e percorrenza in km: consente di fare deduzioni sullo stile di guida;
– Numero di viaggi, tra 0-5, 5-20, 20-100 o più ogni 100 km: consente di trarre conclusioni sul profilo e frequenza di utilizzo;
– Impostazioni cambio automatico e per quanto tempo: consente di trarre conclusioni sullo stile di guida;
– Accensione delle luci auto in ore di funzionamento, con indicazione delle singole lampade;
– Regolazioni del sedile elettrico del conducente in numero: consente di dedurre quanti conducenti diversi guidano l’auto;
– Numero di supporti inseriti nell’unità CD/DVD: comunica l’intensità di utilizzo;
– Tensionamento delle cinture e ad esempio a causa di una frenata brusca: consente di trarre conclusioni sullo stile di guida;
TEST AUTO CONNESSE 2021: COSA COMUNICA LA BMW I3
La BMW i3 trasmette diversi dati ai server di proprietà della Casa dopo ogni interruzione dell’accensione e blocco del veicolo. Si tratta per lo più della frequenza di utilizzo dell’auto e delle operazioni di ricarica, ma anche delle zone in cui l’auto si trova più frequentemente in carica:
– Errori presenti in memoria guasti;
– Informazioni sulla batteria di trazione: stato di carica, temperature delle celle, ecc.;
– Punti di collegamento intermodale di viaggio, dove si è lasciata l’auto per prendere un altro mezzo;
– Modalità di guida utilizzata tra ECO / ECOPLUS / SPORT;
– Dati di funzionamento del range extender a benzina;
– Quante volte è stata collegata l’auto alla colonnina di ricarica;
– Come e dove è stata caricata, se in ricarica rapida, ricarica incompleta e quanto era scarica la batteria di trazione prima della ricarica;
– Km percorsi in varie condizioni di carico del motore;
– Qualità della tensione di carica e avarie;
– Posizione delle 16 stazioni di ricarica precedentemente utilizzate;
– Posizione degli ultimi 100 posteggi del veicolo (leggibili solo direttamente dalla centralina);
TEST AUTO CONNESSE 2021: COSA COMUNICA LA MERCEDES B
La Mercedes Classe B versione W246 (W242 elettrica) dal 2011 al 2018, come spiega l’ADAC, comunica le informazioni di guida solo ad ogni attivazione del sistema Me connect:
– Ogni 2 minuti sono trasmessi la posizione GPS, km, consumo di carburante, livello del carburante (ICE), pressione pneumatici, livelli di liquido di raffreddamento, lavavetri e freni;
– Il numero di volte in cui le cinture di sicurezza sono tensionate dall’arrotolatore ad esempio a causa di una frenata brusca: consente di dedurre lo stile di guida;
– La memoria guasti conserva anche informazioni sul regime del motore o sulla temperatura troppo elevate: consente di trarre conclusioni sullo stile di guida;
– I km percorsi su autostrade, strade di campagna e in città: consente di risalire al profilo di utilizzo dell’auto;
– Le ore di funzionamento dell’illuminazione dell’auto;
– Gli ultimi 100 cicli di carica e scarica della batteria di avviamento sono memorizzati con l’ora, la data e il chilometraggio come indice di tempi di guida e di fermo auto;
TEST AUTO CONNESSE 2021: COSA COMUNICA LA RENAULT ZOE
Per le Renault ZOE con batteria di trazione a noleggio nella prima versione, la connettività è anche una polizza di salvaguardia dei pagamenti:
– La ricarica della batteria di trazione Renault può essere inibita in qualsiasi momento;
– Tramite RemDiag Renault può accedere a qualsiasi informazioni dal bus CAN dell’auto anche in remoto. L’ADAC spiega che questa funzione è disattivata di default ma può essere attivata dal Costruttore in qualsiasi momento;
– Ogni 30 minuti, la Renault ZOE invia un pacchetto dati contenente: VIN, numeri di serie, data, ora, posizione GPS, temperatura, carica e tensione della batteria di trazione. Queste informazioni – sottolinea l’ADAC – possono essere richieste in qualsiasi momento alla Casa.
QUANTO VALGONO I DATI DELLE AUTO CONNESSE IN EUROPA
Perché è così importante per i provider di servizi, le Assicurazioni e le officine poter mettere le mani sulle informazioni inviate dalle auto connesse? Un recente studio realizzato per conto della FIA dice che le auto connesse potrebbero generare profitti per circa 65 miliardi di euro l’anno entro il 2030. “In assenza di una regolamentazione che favorisca la concorrenza, i fornitori di servizi indipendenti rischiano di perdere 15 miliardi di euro in tutta Europa entro il 2025”, afferma l’ADAC. “Entro il 2030, questa somma potrebbe salire a 33 miliardi di euro per un ulteriore aumento delle auto connesse circolanti”.