Abbiamo guidato la Alfa Romeo 4C al Balocco Proving Ground
Dell'Alfa Romeo 4C sappiamo praticamente ogni cosa. Da quando, al Salone di Ginevra del marzo 2011, è stata presentata la Concept, abbiamo sentito ogni tipo di commento e le speculazioni più disparate. I più pessimisti (o maligni), mettevano addirittura in dubbio la capacità del Gruppo Fiat di realizzare la versione di produzione. Persino due anni dopo, quando alla kermesse svizzera è stata svelata la versione di serie, gli scettici non erano ancora convinti. Ma gli obiettivi sono stati tutti centrati e la 4C ora è qui davanti a noi, con la monoscocca di carbonio, l'alluminio e una linea da mozzare il fiato.
IL TEMPO AL NURBURGRING – La strategia di comunicazione Alfa Romeo è stata davvero efficace, negli ultimi mesi sono state diramate le informazioni a poco a poco e la curiosità è salita vertiginosamente quando, a giugno, è stato aperto lo stabilimento Maserati (dove la 4C viene prodotta) per visitare la linea di montaggio. L'ultimo “botto” è stato sparato solo pochi giorni fa, con la comunicazione ufficiale del tempo stabilito al leggendario Nurburgring, un crono di 8 minuti e 4 secondi che la dice lunga sulle prestazioni della berlinetta del Biscione.
LA TRAZIONE POSTERIORE – Noi, che piloti non siamo, ci accontentiamo di poter finalmente guidare l'auto più attesa degli ultimi due anni, nonché la prima Alfa Romeo a trazione posteriore dai tempi della mitica 75 (la ultra-esclusiva 8C è fuori concorso). L'auto è bassa (altezza max 1,18 m) e per entrare bisogna scendere a livello terra. Il brancardo in carbonio ha uno spessore consistente e il sedile è molto sportivo, con i sostegni laterali ben pronunciati. La tecnica migliore per entrare è posizionarsi di fianco, abbassarsi e nel contempo infilare la gamba destra già sotto il volante, poi si scende ancora, si appoggia la mano destra sul tunnel centrale e si infila sotto anche la gamba sinistra.
ATMOSFERA RACING – L'abitacolo è di chiara impostazione racing. Due posti secchi e solo il minimo indispensabile, come radio, climatizzatore manuale e qualche pulsante. Riconosciamo molti componenti del Gruppo Fiat, manopole levette, un po' come succedeva nelle Ferrari degli anni 80. La posizione di guida rasenta la perfezione: gambe semidistese, busto eretto e volante verticale vicino al corpo. Il piede sinistro trova appoggio sull'ampio passaruota e il destro assume l'inclinazione perfetta per pestare forte sul pedale del freno, che è incernierato in basso, così come quello del gas. Il volante a due razze, con base della corona appiattita, si impugna alle 9 e 15. Spostando appena le dita si trovano le palette del cambio TCT, che sono solidali con il piantone dello sterzo.
IL SOFFIO DEL TURBO – Mettiamo in moto girando la chiave e il quattro cilindri si risveglia con un bel rumore minaccioso, poi il minimo si stabilizza e vediamo la “N” sul display TFT davanti a noi. Selezioniamo “1” con il pulsante sul tunnel centrale e con “A/M” scegliamo di selezionare le marce manualmente. Un filo di gas e la 4C si muove con leggerezza. L'accoppiata motore-cambio è perfetta, il turbo-lag è davvero ridotto e il 4 cilindri spinge già a 2.500 giri. Il turbo entra realmente in gioco 500 giri più in su e, da lì in poi, la spinta è progressiva e costante, senza picchi di erogazione. Inizia a calare leggermente verso i 5.500 giri, regime oltre il quale è meglio cambiare marcia, anche se il 1750 in alluminio ha il limitatore a 6.500 giri. La trasmissione a doppia frizione completa un cambio marcia in 130 ms, difficile pretendere di meglio.
DOMINA IL CARBONIO – La monoscocca in carbonio è la vera protagonista dell'auto, facendosi notare anche in dettagli che non ci si aspetterebbe. Quando il motore è a 2.800 giri le onde sonore entra in risonanza con il carbonio che vibra e fa propagare il suono del propulsore in tutto l'abitacolo. La rigidità della struttura in carbonio ha consentito una taratura delle sospensioni relativamente morbida, così si può passare sui dossi rallentatori senza farsi venire l'emicrania. Allo stesso tempo il rollio e il beccheggio sono molto contenuti. La 4C si corica in curva quel tanto che basta per comunicare come sta interagendo con la strada. In verità, comunicare è una delle attività che le riesce meglio. Le vibrazioni sul sedile, quelle sul volante vivo e sensibile tra le mani e quelle sul pedale del freno, dalla corsa corta e abbastanza dura. Su questa Alfa il flusso di informazioni è continuo e dettagliato, investe la mente e i sensi del pilota, concentrando tutta la sua attenzione sulla guida.
ALLA RICERCA DI NUOVI PARAMETRI – Guidare la 4C è un'esperienza lontana da quelle che viviamo con le auto di tutti i giorni, molto più vicina a quella delle competizioni. I 900 kg di peso, il baricentro rasoterra, il motore centrale e la trazione posteriore formano un cocktail ad alto potenziale, di quelli che possono ubriacare subito chi non è abituato a bere. Se si vuole solo andare a spasso la 4C è un'auto facilissima e, a dir la verità, lo rimane anche quando si inizia a fare sul serio. Il problema è che le sue prestazioni sono talmente elevate che ci vuole del tempo per prendere i punti di riferimento necessari. In particolare, impressiona la capacità di frenata, situazione in cui la due posti Alfa può far uscire gli occhi dalle orbite con decelerazioni superiori agli 1,2g. Anche la tenuta in curva è incredibile, tanto che per strada è impossibile avvicinare i limiti di aderenza.
DOCILE E FEROCE – In pista, invece, l'Alfa Romeo 4C si scatena, come abbiamo constatato nel tracciato “Misto Alfa” all'interno del Balocco Proving Ground. Tra i cordoli, una volta impostato il manettino in Race (pressione continua di 6 secondi), tutti i controlli elettronici vengono disattivati, rimane solo l'ABS. Allora la 4C diventa un animale feroce ma non selvaggio. Il passo corto le dona un'agilità stupefacente, mentre le masse accentrate e la distribuzione dei pesi 40:60 le conferiscono un comportamento stradale praticamente neutro. Di sottosterzo non ce n'è, per trovarlo bisogna volutamente sbagliare l'ingresso in curva. Di sovrasterzo, invece, se ne può avere in tutte le salse, giocando con i trasferimenti di carico in ingresso e sfruttando gli Nm del motore in uscita. Ma, anche nelle situazioni di stabilità compromessa, la 4C non tradisce mai, è sempre sincera e progressiva nelle reazioni.
IN CONCLUSIONE – L'Alfa Romeo ha creato una supercar a tutti gli effetti, con prestazioni di assoluto riferimento e un feeling di guida così puro che non sapremmo come migliorare. Tutto questo con un listino che parte da 53.000 €, una cifra che la rende possibile per molti appassionati che non potrebbe mai permettersi una Ferrari o una Lamborghini, ma che nella 4C possono trovare una eccellente sostituta che a queste ultime ha davvero poco da invidiare.