Jeep Cherokee 2.0 Multijet 170 CV Limited: primo contatto

Jeep Cherokee 2.0 Multijet 170 CV Limited: primo contatto

Abbiamo guidato la nuova Jeep Cherokee, l'ultima proposta della casa americana nel segmento dei SUV di taglia media

8 Aprile 2014 - 08:04

La prima Jeep Cherokee della storia nacque esattamente trenta anni fa, nel 1984. Col suo design squadrato ma filante, le prestazioni da vera fuoristrada unite a un buon confort (aveva la carrozzeria monoscocca) e a tanto spazio, ebbe subito successo, diventando un'icona internazionale in pochi anni. Il prodotto era talmente buono che rimase quasi invariato fino al 2001, anno della definitiva uscita di scena e del cambio generazionale. Ce ne è stato un altro nel 2008, prima di quello attuale, che è più appropriato definire come rivoluzione. Infatti la nuova Cherokee è la prima Jeep figlia dell'integrazione italo-americana tra Fiat e Chrysler, sotto la sua carrozzeria sono tanti i punti di contatto con altri modelli del Gruppo FCA.

LA BASE E' ITALIANA – Per capire di che cosa si tratta partiamo dalla piattaforma, che è la CUS-Wide, derivata da quella della Alfa Romeo Giulietta. Anche le sospensioni, con lo schema McPherson all'anteriore e multi-link al posteriore sfruttano l'esperienza della compatta italiana, sebbene qui siano molto diverse e prodotte con diverse specifiche, a seconda del tipo di trazione montato. Sui modelli più stradali l'escursione è di 17 cm all'anteriore e di 19,8 cm al posteriore, mentre su quelli più specialistici si arriva fino a 20 e 22 cm. Pure il diametro di sterzata cambia, passando da un minimo di 11 metri per la versione a due ruote motrici (anteriori), a 11,6 e 12 metri per quelle a trazione integrale.

QUATTRO TIPI DI TRAZIONE – La volontà di Jeep è quella di accontentare il più possibile tutte le richieste del mercato e l'architettura CUS-Wide permette una duttilità senza precedenti. Il modello alla base della gamma (allestimento Longitude) della nuova Cherokee ha la trazione anteriore, il 2.0 Multijet da 140 CV e 350 Nm di coppia e il cambio manuale. Andando oltre c'è il primo sistema di trazione integrale Active Drive I, si può avere solo con il 2.0 Multijet da 170 CV (350 Nm) e il cambio automatico a 9 marce (allestimento Limited). Utilizza un differenziale centrale attivo e il disaccoppiamento totale dell'asse posteriore (utilizza due frizioni a lamelle anziché una) che permette di ridurre i consumi. L'Active Drive II aggiunge le marce ridotte ed è il massimo che si può avere con i motori diesel. Per avere il massimo, infatti, bisogna scegliere la versione Trailhawk, spinta dal 3.2 V6 Pentastar da 272 CV e 315 Nm, che utilizza il sistema Active Drive Lock che permette il bloccaggio meccanico del differenziale posteriore.

MARCHIO GLOBALE – Questa ampia possibilità di scelta è figlia della volontà di essere competitivi su tutti i mercati. Del resto Jeep è forse il marchio più globale del Gruppo FCA e gode di ottima salute; nel 2013 ha venduto globalmente 731.566 auto (53.467 in Europa), realizzando il suo record assoluto e alla fine di quest'anno arriverà a un milione. La nuova Cherokee sarà un modello strategico per raggiungere questo obiettivo e sembra avere tutte le qualità per riuscire nel suo intento. Chris Ellis, responsabile Jeep per l'area EMEA, ha detto che “Questo è un SUV senza compromessi, pensato per essere venduto sul mercato globale, ma sviluppato tenendo conto dei gusti dei clienti europei, storicamente quelli più esigenti. Con la nuova Cherokee vogliamo stabilire un benchmark per tutto il segmento”.

EQUIPAGGIAMENTI E SICUREZZA – Leggendo la scheda tecnica e la lista degli equipaggiamenti è davvero difficile non credergli, già la versione base ha di serie 7 airbag, il climatizzatore automatico bi-zona, i cerchi in lega da 17 pollici, la retrocamera e il sensori per la pressione delle gomme. La versione Limited ha il sistema di infotainment Uconnect con schermo da 8,4 pollici, i fari bi-xeno, i sensori di parcheggio, la strumentazione con monitor TFT da 7 pollici e gli interni in pelle, con i sedili anteriori riscaldati e ventilati. Parlando di sicurezza, invece, Jeep dichiara settanta sistemi, tra attivi e passivi. Tra i più importanti citiamo il Forward Collision Warning, l'Adaptive Cruise Control con funzione Stop&Go, il Lane Departure Warning, il Blind-spot Monitoring e il Rear Cross Path detection. Infine la scocca è costruita al 65% con acciai altoresistenziali e la Cherokee ha ottenuto le cinque stelle nei crash test Euro NCAP e il premio Best in Class 2013 nella categoria SUV compatti.

SU STRADA E FUORI – Quando vediamo il cofano punta verso il cielo e ci sentiamo schiacciati contro lo schienale del sedile come gli astronauti dentro lo shuttle pronto al lancio, ci chiediamo se andrà tutto bene. Ci troviamo a Balocco, nel percorso off-road e stiamo per affrontare la rampa più ripida, quella da 35 gradi. Inoltre il collaudatore Jeep ci dice di non toccare né il gas né il freno, ma solo di selezionare le giuste funzioni sulla manopola del Selec-Terrain. Siamo perplessi ma la Cherokee inizia ad arrampicarsi senza sforzo, con il 3.2 V6 che si sente appena e l'elettronica che centellina l'acceleratore. Dal parabrezza vediamo solo l'azzurro del cielo, arriviamo in cima e il cambio di inclinazione è repentino. La Jeep sembra volersi tuffare di testa, invece la discesa è lenta e controllata. Ma la Cherokee conquista anche su strada. Il 2.0 Multijet da 170 CV è sempre presente (350 Nm di coppia a 1.750 giri) e il cambio automatico a 9 marce asseconda ogni desiderio del guidatore, con riprese rapide quando servono e tanta souplesse quando si viaggia (a 130 km/h si procede in ottava marcia a circa 2.000 giri). Le sospensioni, infine, ci hanno stupito in tutte le situazioni, dall'off-road alle curve collinari, passando per i centri cittadini, lavorano sempre in maniera impeccabile. Considerando che sono prive di regolazioni elettroniche, bisogna applaudire i tecnici Jeep per la messa a punto perfetta. 

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